27/08/22

Autocrazia di un impero in decadenza / L'esportazione del caos


"Bisogna sbarazzarsi dei vecchi paradigmi per capire che gli Stati Uniti non hanno bisogno di vittorie militari più grandi che generare caos, disunione e frammentazione dei paesi che non si subordinano" 





Maria Fernanda Barreto*

https://misionverdad.com/globalistan/autocracia-de-un-imperio-en-decadencia  

Nessuno può aspettarsi che un impero crolli senza scuotere la storia, tanto meno quando quell'impero ha concentrato il potere economico e militare in una misura senza precedenti, in un mondo quasi totalmente globalizzato.

Gli Stati Uniti, come vertice dell'impero capitalista, sono riusciti a concentrare l'economia mondiale, a costruire la forza militare più potente, a dominare i più grandi organismi di integrazione che dovrebbero essere multilaterali e, a loro volta, hanno condensato il potere delle corporazioni mediatiche sempre più cartellizzate a loro favore.

È un potere mostruosamente consolidato in quarantacinque anni trascorsi dal dopoguerra in un mondo bipolare e in più di tre decenni di unipolarismo, fatto a loro misura.

Se nessun impero prima aveva ottenuto così tanto potere sul resto dell'umanità, non ci dovrebbero sorprendere i terremoti che provoca una caduta così gigantesca.

Gli Stati Uniti e il loro esercito imperialista, la NATO, stanno conducendo il mondo intero in una guerra senza fine per difendere la storica conquista di essere riusciti a sostenere per tre decenni quel mondo da essi dominato, in cui tutti i popoli, compresi i loro, sono potenziali vittime dei loro attacchi multidimensionali e del "pubblico target" delle loro operazioni psicologiche e comunicative.

Occorre sbarazzarsi dei vecchi paradigmi per capire che gli Stati Uniti non hanno bisogno di un trionfo militare più grande che generare caos, disunione e frammentazione dei paesi che non si subordinano a loro e, anche, dei popoli che, al di là della loro stessi governi, osino ribellarsi ai loro interessi, perché questa tigre di carta ferita ha imparato da tempo a rafforzarsi nel caos degli altri.

LA VIOLENZA SCATENATA DAL MONDO UNIPOLARE

Per riassumere brevemente l'analisi che più volte abbiamo fatto su quanto sta accadendo oggi in Ucraina, diremmo che questo Paese è lo scenario in cui è in corso una guerra di Stati Uniti e NATO contro la Russia, il cui obiettivo strategico è impedire il consolidamento del mondo multipolare e sostenere il loro potere egemonico assoluto. Ha deciso di iniziare questa guerra attaccando indirettamente, ovviamente, la terza potenza più forte che, insieme alla Cina, rappresenta la più importante minaccia alla sua egemonia in campo economico, militare, culturale e, quindi, anche politico.

Indebolendo la terza potenza, potrà concentrarsi sul suo obiettivo principale, che è in definitiva la Cina. Con il coinvolgimento anche del gigante asiatico in un conflitto armato, aumenterebbe rapidamente la violenza che gli Stati Uniti esercitano su altri che rifiutano di sottomettersi. Vale a dire, i paesi insubordinati dell'Asia occidentale con in testa l'Iran e quelli dell’America Latina guidati da Cuba e Venezuela.

Con questo conflitto ai confini russi, inoltre, gli Stati Uniti stanno recuperando il loro potere economico e militare sull'Europa, che cominciava a dare segni di sovranità. Il risultato è un'Ucraina devastata e traumatizzata dalla guerra, una delle tre maggiori potenze mondiali impegnata a risolvere un conflitto senza impegnare tutta la sua potenza militare per non intensificare la violenza in un Paese territorialmente e culturalmente così vicino, nel mentre si misura con un’inusitata batteria di sanzioni economiche e con la censura mediatica. Nonché un'Europa che fa una guerra su comando nel suo stesso campo, sempre più indebitata e cominciando a sentire il peso della carenza di carburante e di alimenti per essersi subordinata al capo della NATO.

Inoltre, questo conflitto ha già cominciato a incidere sulla situazione ecologica di quella regione, con il ritorno all'uso massiccio del carbone e con il pericolo latente di una guerra nucleare che cerca di mimetizzarsi dietro il sipario di un incidente, di bombardamenti di impianti nucleari, per evitare una risposta russa diretta al Nord America, che ovviamente riguarderebbe anche l’America Latina.

I PIU' RECENTI ATTACCHI CONTRO LA CINA COME OBIETTIVO STRATEGICO

Gli Stati Uniti, attraverso le operazioni delle loro corporazioni come la Lockheed Martin - la più grande corporazione militare del pianeta - le loro misure coercitive unilaterali mascherate da sanzioni, azioni politiche aperte come la visita di Nancy Pelosi, intendono utilizzare Taiwan nello stesso modo che stanno usando l'Ucraina, alimentando un conflitto esternalizzato contro la Cina e continuando a fare pressione su presunti conflitti interni nella regione autonoma Uigura dello Xinjiang.

Nel suo libro Geopolitica multipolare, il ministro del Potere popolare per la difesa del Venezuela, generale in capo Vladimir Padrino López, avverte che «Nella Escalation di Tucidide verso la tripolarità [1]abbiamo illustrato ciò che vedremo presto quando la zona occidentale della Cina, co- abitata da una popolazione musulmana di etnia Uigur, inizierà a turbare la stabilità del circuito per impedire la ripresa del vecchia Via della Seta», spiegando inoltre che ciò sta avvenendo nel contesto di un riposizionamento delle forze occidentali nella regione indo-pacifica.

IL RUOLO DELLE CORPORAZIONI MEDIATICHE E DELLE ONG NEL GIUSTIFICARE LE INTERFERENZE

Se abbiamo imparato qualcosa in Venezuela, è l'importanza delle corporazioni dei media e delle presunte organizzazioni non governative, all'interno di guerre imperialiste multidimensionali, che preparano il terreno per giustificare le interferenze e cercare di legittimare le leggi e tutti i tipi di azioni unilaterali, extraterritoriali e di violazione del diritto internazionale con cui gli Stati Uniti s’ingeriscono negli affari interni di tutti i paesi del mondo, utilizzano a proprio piacimento organizzazioni internazionali, compiono rapine e saccheggi come quelli dell'oro venezuelano, del petrolio, delle società Citgo e Monómeros e, più recentemente, l'aereo dell'Emtrasur, mentre manipolano l'opinione pubblica mondiale a favore delle loro azioni.

Ovviamente, tutte queste dimensioni della guerra vengono applicate anche contro la Cina. Partendo dall'avvertimento lanciato dal generale in capo, dobbiamo ora prestare attenzione alla Legge sulla prevenzione del lavoro forzato Uigur, che estende i divieti di importazione sui prodotti fabbricati in quella regione, principalmente cotone. Questo divieto ha già avuto conseguenze per il settore tessile in tutto il mondo e ha avuto ripercussioni sull'economia interna della regione, cioè proprio sul popolo Uiguro che sostiene di difendere.

Si tratta di circa 7 milioni di agricoltori che si dedicano alla produzione di cotone, il cui sostentamento è messo a rischio da questa misura arbitraria. Il che dimostra che è il perseguimento di azioni economiche per minare la crescita dell'economia cinese, e non una sincera preoccupazione per i diritti umani, a motivare questo tipo di azione da parte degli Stati Uniti.

Come avviene anche in Venezuela, colpire la popolazione con misure coercitive che si configurano come blocchi ma che la narrativa filoimperialista chiama “sanzioni”, è diventato il loro modus operandi. Vengono emessi divieti di importazione verso gli Stati Uniti e contro leader politici del Paese, e poi vengono estesi ai paesi terzi che sono minacciati di misure simili se non supportano detto blocco, facendo ricadere il peso delle conseguenze economiche di tali misure sulle spalle dei popoli e violando i loro diritti fondamentali.

Per questo motivo, "Durante la 46a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite appena conclusa, Cuba ha rilasciato una dichiarazione congiunta a nome di 64 paesi, in cui esorta i paesi interessati a smettere di interferire negli affari interni della Cina attraverso la manipolazione delle questioni relative allo Xinjiang, ad astenersi dal formulare accuse infondate contro la Cina per motivi politici e a smettere di frenare lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo con il pretesto dei diritti umani». In essa, tra l'altro, si denuncia il doppio standard adottato dalle potenze occidentali quando si tratta di difendere i diritti umani.

Non è un caso che questa Legge interventista sia stata introdotta nel 2020 anche dal senatore Marco Rubio, acerrimo nemico di Cuba e del Venezuela. Infine, questa legge è stata convalidata da Joe Biden alla fine di dicembre 2021 ed è entrata in vigore il 21 giugno 2022.

Né è un caso che questo tipo di leggi si mascherino dietro una presunta difesa dei diritti umani e che si appoggino per questo su Human Rights Watch e Amnesty International, che sono tra le organizzazioni che senza mezze misure possiamo definire mercenarie che coprono e cercano di legittimare l'ingerenza degli Stati Uniti, mentre sono timide, sorde e persino mute, quando si tratta di denunciare le numerose violazioni dei diritti fondamentali all'interno degli Stati Uniti e dei paesi della NATO. Tanto meno osano denunciare le massicce violazioni dei diritti umani che questa ingerenza genera nei paesi del Sud del mondo.

Ma, senza dubbio, la cosa più preoccupante di tutte è come l'opinione pubblica mondiale venga manipolata dalle grandi multinazionali mediatiche, sempre più massificate attraverso i social network e condizionate dagli algoritmi di un'intelligenza artificiale che impara a controllarci ad ogni ricerca che facciamo su Internet.

L'impero delle fobie, che è stato promotore di islamofobia, russofobia e sinofobia, continua nel suo tentativo di espandere e salvaguardare il proprio dominio, imponendo la guerra e seminando il caos. La lotta per il mondo multipolare guidata da Cina e Russia è accompagnata anche da Iran, Siria, Palestina, Cuba e, naturalmente, Venezuela, tra gli altri paesi del mondo che rifiutano di rinunciare alla loro sovranità e ipotecare il loro diritto all'autodeterminazione. Perché solo in un mondo condiviso sarà possibile quella “costruzione storica fondamentale per potersi sviluppare pienamente” che è la pace

In quello stesso libro, il generale Padrino López afferma brillantemente che "l'equazione della pace sarà sempre negoziata e si presume che chi siederà a quel tavolo con maggior potere otterrà maggiori vantaggi e benefici, motivo per cui il potere è la risorsa improrogabile da conquistare".

La costruzione di quel potere non passa solo attraverso la preparazione militare e lo sviluppo economico, ma implica, in linea di principio, il raggiungimento dell'unità dei Popoli nella lotta per il mondo multipolare e pluricentrico, che richiede una "opinione pubblica" capace di svelare e contrastare la guerra comunicativa diretta dai cartelli mediatici e dalla loro industria dell'intrattenimento.

Finché si continuerà ad accettare che gli Stati Uniti destabilizzino il diritto internazionale in nome delle proprie leggi, impongano guerre in nome della pace, violino le sovranità in nome della libertà, impoveriscano i nostri popoli in nome dei diritti lavorativi e attacchino le nostre democrazie in nome del loro modello liberale di democrazia, continueremo ad essere deboli e, parafrasando Bolívar, saremo "strumenti ciechi della nostra stessa distruzione".

Se l'ingerenza statunitense finisce per indebolire Cina e Russia, tutta l'umanità corre il rischio di finire sommersa nell'autocrazia più assoluta dell'imperialismo. Di tale portata è rischio che il mondo corre in questo momento storico, ma per quanto è stato detto fin qui, l'opportunità è della stessa dimensione.

*Analista politica e ricercatrice venezuelana



[1] «L'escalation di Tucídide verso la tripolarità» del generale in capo Vladimir Padrino López, è un recente lavoro pubblicato dall'editore El Perro y La Rana ai fini di FILVEN 2020, un'analisi del riadattamento del Nuovo Ordine Mondiale, in un contesto post-pandemia caratterizzato dalla guerra commerciale tra USA e Cina.  Vi si descrivono le condizioni nelle quali lo scenario della “Trappola di Tucidide” di Graham Allison – in cui si allude alla guerra del Peloponneso documentata da Tucidide – avrebbe come esito inevitabile la guerra mondiale, con la Cina e gli Stati Uniti come protagonisti. Tale escalation avrebbe luogo dal 2021 al 2025. Nell'analisi di Allison, Sparta rappresenta il potere conservatore dello status quo e Atene il potere emergente con un sistema di organizzazione politica innovativa e progressiva.


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