25/02/23

25 febbraio 2023 / Giù le armi! Fuori la guerra dalla storia!


L’Awmr Italia-Donne della Regione Mediterranea aderisce e partecipa alla settimana europea di mobilitazione contro la guerra promossa da #Europe for Peace e dai Comitati per la pace, unitamente alla rete di convergenza femminista che, in Europa e in altre regioni del mondo, invita a disertare la guerra in #Ucraina, come le altre guerre che sono in corso a diverse latitudini e quelle che si stanno preparando. 

Perché – come c’insegna la storia – le guerre non “scoppiano”: le guerre si pianificano, si provocano e si combattono contro un “altro” individuato come “nemico”, secondo uno schema che si ripete con spaventosa prevedibilità da secoli.

E anche questa “guerra per procura” della #Alleanza Atlantica contro la #Federazone Russa in Ucraina è stata lungamente preparata, era prevedibile ed anche prevenibile: si sarebbe potuto evitarla risolvendo attraverso il negoziato la controversia che l’ha generata, se ce ne fosse stata la volontà politica.  

Vogliamo ricordare che già due anni fa – per non andare più indietro nel tempo – nell’incontro internazionale su Cura e incuria della rete femminista della Società della cura di cui facciamo parte, denunciammo l’incombente clima da guerra fredda, il ritorno della contrapposizione occidente/oriente e la riproposizione di logiche fallaci che sembravano estinte, come quella dello “scontro di civiltà”.

Oggi quel nostro grido di allarme appare sommerso dal frastuono delle armi che sta vanificando la faticosa ricerca di un’alternativa possibile nella tessitura delle relazioni internazionali, che abbiamo chiamato “paradigma della cura”.

Ci sembrava che la pandemia avesse aperto gli occhi di molte e molti sulla necessità di assumere la cura come “paradigma politico”: cura non solo come rimedio alla malattia, ma come fondamento delle relazioni umane e sociali, dei rapporti fra le nazioni e del rapporto degli umani con il vivente. Eravamo convinte di poter avere parola decisiva – proprio noi donne – in questo prefigurabile salto di paradigma, dalle guerre per il profitto alla cura del pianeta.

Invece la barbarie della guerra torna ad incombere – non esclusa la guerra nucleare – s’incoraggia l’idea che attraverso la guerra “si può vincere”, si agitano come “non negoziabili” falsi valori nazionalistici contrapposti e s’induce nella gente l’assuefazione alla logica binaria amico-nemico nelle relazioni internazionali. Per “normalizzare la paura” con irresponsabile disinvoltura si fanno entrare nella comunicazione pubblica perfino ipotesi fino a ieri impronunciabili come “guerra nucleare”.

Ma noi vogliamo evocare la paura e reagire. Ci fa paura questo stravolgimento di senso, per cui in nome della sicurezza si finanzia guerra. Ci inquieta profondamente che il discorso sulla sicurezza sia occupato dalle destre revansciste e che il neofascismo torni ad occupare “normalmente” la scena politica europea. Ci allarma un ministro dell’istruzione italiano che minaccia provvedimenti disciplinari nei confronti di una dirigente scolastica che evoca la Costituzione antifascista. Riconosciamo questo fascismo che si presenta atlantista in politica estera, neoliberista in economia e veste perfino abiti femminili: è quello di sempre con la stessa ideologia militarista, suprematista, antidemocratica e misogina.  

Ci opponiamo all’invio di armi all’Ucraina, chiediamo che siano attivati tutti i canali diplomatici e istituzionali internazionali per un’uscita negoziata da una guerra che nessuno dei contendenti può vincere.

Rifiutiamo la corsa al riarmo e la militarizzazione multidimensionale dell'UE – non innescata ma solo accelerata dall’invasione dell’Ucraina – che sembra essere l'unico progetto politico portato avanti dall’élite neoliberista dell'Unione Europea.

Rifiutiamo il frenetico aumento della spesa militare e le scellerate politiche sanzionatorie europee che stanno producendo problemi fino a ieri impensabili riguardo all’approvvigionamento di cibo, di energia e di materie prime, oltre ad accrescere il colossale debito pubblico che si va accumulando: tutte cose che gravano già sulle parti più vulnerabili delle società, ma soprattutto ricadranno come macigni sulle generazioni future.

Affermiamo un’altra idea di sicurezza, declinata dentro il paradigma della cura, come diritto degli esseri umani e di ogni essere vivente a un’esistenza dignitosa. Una sicurezza non alimentata dalla competizione per l’accaparramento e sfruttamento delle risorse, ma dalla condivisione di risorse, conoscenze e tecnologie; non militarizzata, ma anzi mirata a una transizione all’azzeramento degli arsenali militari e allo scioglimento di alleanze militari che, come la NATO, sorreggono esiziali ambizioni di dominio sul mondo.

Dichiariamo la nostra diserzione da questa guerra e dalle altre guerre in corso. Diserzione non è estraniazione, né assenza dalla tragedia della guerra. Al contrario, è presenza attiva e ricerca ostinata di una uscita negoziata da questa guerra, di una efficace prevenzione delle guerre future, sostenuta dalla restituzione di valore al diritto internazionale e di capacità giuridica alle istituzioni e agli organismi rappresentativi globali, a partire dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Awmr Italia – Donne della Regione Mediterranea

25 febbraio 2023



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