DONNE DEL MONDO PER LA PACE UNITE CONTRO LA NATO INCONTRANO RAPPRESENTANTI DEL PARLAMENTO EUROPEO E DELLA NATO
Nella foto: le venti donne delegate globali con le europarlamentari Clare Daly (Irlanda) e Özlem Demirel (Germania) del gruppo GUE/NGL The Left
Nel fine settimana che precedeva il vertice
NATO di Vilnius (Lituania), la rete Global Women for Peace United contro la
NATO, in cui convergono donne di 35 paesi, si è ritrovata a Bruxelles, sede del Parlamento Europeo e del
quartier generale dell’Alleanza Atlantica, per tre intense giornate di attività
dedicate ai temi della guerra e della pace, dal 6 al 9 luglio 2023.
Ann Wright * racconta
il “controvertice” delle donne per la pace seguendo il filo degli appunti presi durante le attività in agenda nelle tre giornate. Nel report sono incluse le
registrazioni video delle varie sessioni, anche se per qualche problema tecnico
alcune registrazioni non sono di buona qualità come avremmo desiderato.
La documentazione relativa agli eventi compresi nel programma è stata pubblicata nella sezione media del sito web delle Global Women, compresa la Dichiarazione per la pace, tradotta nelle varie lingue, che si può firmare qui: http://womenagainstnato.org/declaration/
donne di tutto il
mondo incontrano le parlamentari europee
Il 6 luglio 2023, venti delegate delle Global Women hanno incontrato alcuni europarlamentari per esprimere la loro
preoccupazione circa il crescente bellicismo della NATO. L'incontro è stato
moderato da Skevi Koukouma, da
Cipro, segretaria del Movimento Progressista delle Donne POGO. La deputata
irlandese Clare Daly e la turco-tedesca
Özlem Demirel hanno parlato alla
delegazione Global Women delle loro preoccupazioni riguardo alla NATO. La
delegazione ha consegnato loro una copia della Dichiarazione costituente delle Global Women for Peace united
against NATO.
L'eurodeputata Clare Daly ha affermato
con forza che la guerra e il militarismo sono un anatema per il femminismo e la
parità, sottolineando che l'uguaglianza, la giustizia e la pace sono i principi
che sostengono la lotta delle donne per la libertà, che non c'è bisogno del
militarismo o dell'uso della violenza per raggiungere obiettivi geopolitici, che
lo scopo della NATO è il dominio, non la giustizia o la difesa dei diritti
umani. Clare Daly ha sottolineato che le donne devono resistere alle politiche
della NATO, chiederne lo smantellamento insieme al ripristino dell'uguaglianza
e della pace, non permettere alla NATO di cooptarle usando strumentalmente
argomenti come "politica estera femminile" e "donne, genere e
uguaglianza".
Nel suo intervento, l'eurodeputata
Özlem Demirel ha fatto riferimento alla necessità di una smilitarizzazione
immediata e di ottenere la pace solo con mezzi pacifici. Ha anche sottolineato
che i fondi dati per l'acquisto di armi e attrezzature militari sono a scapito
di finanziamenti per migliorare la salute, l'istruzione e altri servizi per le
persone in tutto il mondo.
Venerdì 7
luglio 2023, apertura del lavori
Il 7 luglio il meeting convocato dalle
Global Women for Peace United against NATO, in presenza e in streaming, è stato
formalmente aperto da Ulla Klotzer
(Finlandia) e Ann Wright (Usa),
presso il centro sociale Pianofabriek di
Bruxelles.
A questo link si può vedere la registrazione
della giornata: https://youtu.be/NX3F6qpaehA
Primo panel- Minacce e conseguenze dell’alleanza
Europa-NATO/USA
Il primo panel del seminario,
incentrato sulla pericolosa relazione tra Europa e USA/NATO, è stato coordinato
da Emmelien Lievens, dell'organizzazione
pacifista belga Vrede che fa parte
della rete internazionale "No To Nato No to War", e da Ada Donno dell’Awmr Italia-Associazione di Donne della Regione Mediterranea.
Relatrici in questo panel sono state: Zeynep Goru della Marcia mondiale delle
donne: Le donne e la NATO; Kristine
Karch co-presidente della rete internazionale "No alla guerra – NO
alla NATO"; Cristina Ronchieri dell’Osservatorio
italiano contro la militarizzazione delle scuole, che monitora la crescente
presenza dei militari nelle attività di insegnamento e ricerca scientifica; Sophie Bolt della Campagna per il
disarmo nucleare (CND) in Europa; Ria
Verjauw della Coalizione
internazionale per la messa al bando delle armi all'uranio, ICBUW (Il costo
umano e ambientale delle armi all'uranio impoverito); Marilina Veca di WILPF Italia (virtuale): “Crimini di guerra in tempo di pace. Uranio
impoverito, il killer silenzioso”; Angelika
Claußen della Sezione tedesca dell'IPPNW (virtuale): “No alla NATO come
killer climatico. Verso la giustizia climatica e la sicurezza umana”; Vera Zalka del Forum sociale ungherese
(HSF): “La NATO in Europa orientale, conseguenze e minacce”; Skevi Koukouma, segretaria del
Movimento delle donne POGO (Cipro): “La NATO accelera le sue attività nel
Mediterraneo”; Ingeborg Breines ex
presidente dell'IPB e direttrice dell'UNESCO (virtuale); Ulla Klötzer di Donne per la pace Finlandia: “Espansione della NATO
a nord, conseguenze e minacce”.
Link alla registrazione video: (Minuto
:02 – 1:48:25)
Le relazioni si sono incentrate sull'Europa, con 31 Stati membri della NATO (22 dei quali Stati membri dell'UE) che partecipano attivamente all'accerchiamento della Russia. Le armi nucleari statunitensi hanno sede in tutta Europa. Le grandi esercitazioni militari stanno inquinando l'aria e la terra. L'uso da parte della NATO di armi all'uranio impoverito nella guerra dei Balcani degli anni '90 ha lasciato un'eredità tossica causando gravi problemi di salute tra civili e soldati. Alcuni stati della NATO stanno fornendo queste armi radioattive all'esercito ucraino. La spesa per la difesa in tutta Europa sta aumentando a un ritmo allarmante.
Visita al quartier
generale della NATO
Il 7 luglio, una delegazione di dieci
donne provenienti da Australia, Belgio, Cipro, Finlandia, Germania, Ungheria,
Italia, Regno Unito e Stati Uniti si è recata al quartier generale della NATO (periferia
di Bruxelles) per consegnare la Dichiarazione
delle donne per la pace e per esprimere le proprie preoccupazioni sulle azioni
di guerra della NATO. Ventiquattr’ore prima dell'incontro siamo state informate
che la delegazione sarebbe stata ricevuta da Nicola de Santis, capo della
sezione impegni della divisione diplomazia pubblica della NATO, al posto di Annette
Parviainen, Divisione Affari Politici e Politica di Sicurezza, come
preannunciato. Nessun video è stato consentito.
Nella foto: Nicola De Santis, capo della Sezione Impegni
della Divisione diplomazia pubblica NATO, durante l’incontro con la delegazione delle Global Women for Peace united
against NATO |
De Santis ha dato il benvenuto al
gruppo e ha introdotto l’incontro con una esposizione di 20 minuti sul ruolo
"difensivo" e di pace della NATO. Ciascuna delle dieci donne della
delegazione ha dato una risposta esponendo in due minuti il proprio punto di
vista sulla NATO e sugli effetti della sua presenza nel proprio paese.
Come ha osservato Skevi Koukouma nel suo
report sull’incontro, De Santis "in modo entusiastico e orgoglioso" ha
passato in rassegna la storia della NATO con riferimenti a diversi periodi e
poi ha dato la parola alle partecipanti per un breve intervento, ciascuna delle
quali ha fatto riferimento a diverse questioni relative alla propria area
geografica. Io, come colonnello dell'esercito americano in pensione che nel
1970 ha prestato servizio nel sottocomando della NATO delle forze alleate
dell'Europa centrale, ho detto al signor de Santis e alle quattro persone del
suo staff presenti, che le massicce manovre di guerra della NATO al confine
della Federazione Russa e le due nuove basi militari statunitensi in Polonia e
Romania non erano "difensive" ma "offensive" in ogni senso
della parola. Quando ho fatto presente a de Santis che mi sono dimessa da
diplomatico americano nel 2003, all’inizio della guerra in Iraq, egli ha
risposto: «Lo so». Il report di Skevi Koukouma continua:
«Tutte le intervenute hanno evidenziato l'escalation crescente dell'aggressione
della NATO, la destinazione, insieme all'Unione Europea, di ingenti somme di denaro
ad investimenti nell'industria bellica e nella tecnologia, allo sviluppo dello
scudo antimissile e alla creazione di una rete di basi militari in tutto il
mondo. Ulteriori questioni sollevate sono state il tentativo della NATO di
globalizzare le sue attività, sia attraverso la sua costante espansione verso
est, sia attraverso la creazione di vari partenariati regionali e programmi
satellitari. Coinvolgendo il maggior numero possibile di Stati nei raid e nelle
missioni della NATO per esigenze operative, la NATO si crea una legittimità
politica per i suoi interventi e mina il diritto internazionale e i principi su
cui è stata costruita l'ONU. Dall'Ucraina alla Siria e dall'Africa al Mar
Cinese Meridionale, le forze della NATO svolgono i compiti del braccio armato
dell'imperialismo occidentale. L’andamento della discussione, con i commenti di
De Santis ad ogni intervento, ha fatto capire che i funzionari della NATO
avevano esplorato la biografia di ciascuna delle partecipanti». L’incontro si è concluso con
l’evidente disaccordo sulla missione della NATO e con l'impegno delle Global
Women di continuare a informare le proprie comunità sul pericolo che la NATO
rappresenta per la pace. Lasciando il quartier generale della
NATO, abbiamo aperto lo striscione "Ban Uranium Weapons", per
ricordare le ben note orribili conseguenze sanitarie e ambientali delle armi
contenenti uranio impoverito.
Secondo panel:
un webinar sulla NATO in Africa Link al video: https://youtu.be/iTwK6sBanNw Il secondo dei panel si è incentrato
sull'Africa. Ricordando che il decennio delle Nazioni Unite per le persone di
origine africana è iniziato il 1 ° gennaio 2015 e terminerà il 31 dicembre
2024, le relatrici hanno confermato il messaggio del decennio delle Nazioni
Unite che chiede "Riconoscimento, sviluppo, giustizia" oltre che di porre
fine alle operazioni militari della NATO e dell'AFRICOM. Hanno coordinato il webinar: Theresa Al-Amin (virtuale) di Southern
Anti-Racism Network e WILPF USA); George
Friday (virtuale) di National Peace Action Board e WILPF USA; Ernest Gibson Kpordotsi (presente a
Bruxelles) di Global Peace Association of Ghana e dell'International Peace
Bureau, direttore di programmi e progetti presso il Bureau of African Peace in
Ghana. Sono intervenuti: Nomazotsho Memani, ex membro della legislatura provinciale in Sud Africa 1994-1999, attivista e avvocato dell'Alta Corte in Sud Africa. Dr. Gnaka Lagoke, docente di storia e di studi panafricani presso la Lincoln University (PA), nonché membro fondatore della Convenzione per il Panafricanismo e il Progresso (CPP), www.cpp-ubuntu.org ; Edwick Madzimure, fondatrice di WILPF Zimbabwe e rappresentante regionale di WILPF Africa; Khadija Ryadi, difensora dei diritti umani in Marocco, vincitrice del Premio ONU per la causa dei diritti umani nel 2013; Coordinatrice del CMODH. Flash mob in
Piazza Albertina, Bruxelles: “NATO? No, grazie. Investiamo nella pace” Rivedi il video della manifestazione
qui: https://vimeo.com/843423637 Nel tardo pomeriggio del 7 luglio, le Global
Women, in un evento collaterale alla conferenza, si è unita agli attivisti per
la pace di Bruxelles in una vivace manifestazione nel centro di Bruxelles con
striscioni, musica e azioni interattive. Le organizzazioni pacifiste e
femminili belghe e internazionali hanno chiesto un'azione di protesta contro i
piani della NATO volti ad aumentare ulteriormente le spese militari al prossimo
vertice di Vilnius. L'aumento della spesa militare non può essere giustificato
mentre le esigenze di bilancio per asili nido, trasporti pubblici, istruzione, accoglienza
dei richiedenti asilo, assistenza sanitaria, misure per la mitigazione del
cambiamento climatico sono così alte. Chiediamo ai responsabili politici di
frenare l'aumento delle spese militari e rendere la sicurezza umana una
priorità investendo nella protezione sociale e ambientale. Programma
serale – NATO globale o pace globale? A conclusione dell'intera giornata di
lavori, presso la Pianofabriek si è
tenuto un evento comunitario organizzato da "No to War No to NATO" e Vrede
Belgian peace organization. Qui si può vedere la registrazione video: https://youtu.be/0rDyBIycrM8 Sono intervenuti: Ludo De Brabander (Vrede vzw – Belgio); Ann Wright (Veterans for Peace – Stati Uniti); Reiner Braun (IPB – Germania); Sophie
Bolt (CND – Regno Unito) Ha moderato: Lode Vanoost (De
Wereld Morgen – Belgio) I relatori hanno discusso i principali
problemi della NATO ed esplorato come il movimento per la pace possa essere
rafforzato per raggiungere un sistema di sicurezza internazionale non
militarizzato basato sulla giustizia, la solidarietà e la sostenibilità nel
rispetto delle persone e dell'ambiente. Come contrastare la NATO globale e
rafforzare il movimento per la pace? Solo pochi anni fa perfino dei leader
potenti hanno dichiarato la NATO "obsoleta" e addirittura
"cerebralmente morta". Dall'invasione russa dell'Ucraina, la
credibilità e la legittimità dell'alleanza militare occidentale sembrano in
crescita più che mai. La Finlandia, tradizionalmente un paese neutrale, è
divenuta un nuovo membro. La Svezia seguirà presto. L'opposizione politica al
massiccio armamento dell'Ucraina – che alimenta la guerra in corso – all'aumento
dei bilanci militari e alla militarizzazione dell'Europa è praticamente
inesistente all'interno degli stati della NATO. Guidata dagli Stati Uniti, la NATO si
sta sempre più presentando come un attore globale per la difesa della
democrazia e degli interessi dei suoi alleati. La portata globale della NATO e
dei suoi potenti membri alimenta nuove tensioni con potenze rivali come la
Russia e la Cina. Il suo status di possessore di armi nucleari solleva la
terrificante prospettiva di una guerra nucleare. Il vertice della NATO a Vilnius si
prefigge di confermare e rafforzare il potere della NATO e l'influenza del suo
complesso industriale militare a livello globale. Ciò va a scapito di
un'architettura di sicurezza alternativa basata sulla coesistenza e la
sicurezza umana. L'unilateralismo della NATO sta minando il sistema politico
multilaterale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite.
8 luglio
2023, seconda giornata seminariale Nella giornata dell’8 luglio si sono
svolti i tre webinar relativi alle aree geografiche di Asia e Indo Pacifico,
America Latina, Usa e Canada. Il primo – “Asia e Pacifico contro il militarismo” – è stato coordinato da
Ann
Wright di Pacific Peace Network e Veterans
for Peace (Usa) e Dragana Zivancevic di Raising Peace Network (Australia) Link per rivedere il webinar: https://youtu.be/SXW-zQEktkM Sono intervenuti: Joy Enomoto – moderatrice virtuale dalle Hawaii, che ha dato il benvenuto
e introdotto il tema con una panoramica su Asia e Pacifico; Dr. Melinda Mann – una donna Darumbal e
South Sea Islander – vincitrice del premio di dottorato Tracey Banivanua Mar
2020 per la sua eccezionale tesi sulle transizioni educative dei giovani
indigeni; Mililani Ganivet – diTahiti, che ha lasciato all'età di 17 anni
per studiare alla Sorbona – studiosa delle vicende e le eredità dei test
nucleari francesi nella Polinesia francese; Monaeka / Naek Flores – artista queer CHamoru e organizzatore di
Guåhan – membro di organizzazioni comunitarie dinamiche che si concentrano
sull'autodeterminazione di CHamoru, sulla giustizia ambientale e sulla
protezione dei siti sacri; Prutehi
Litekyan – Save Ritidian e Independent Guåhan; Judy Ann Miranda – dalle Filippine, Vice Presidente del Partido
Manggagawa, leader sindacale, attivista, difensora dei diritti umani e
femminista; Sung-hee Choi –
partecipa alla lotta contro la base navale di Jeju e la militarizzazione di
Jeju. È anche membro del consiglio coreano del Global Network against Weapons
and Nuclear Power in Space. Vedi www.savejejunow.org ; Shinako Oyakawa è una madre indigena
Ryukyuan, attivista, scrittrice, co-direttrice dell'Associazione di studi
completi per l'indipendenza dei Lew Chewans (ACSIL) e docente dell'Università
di Okinawa, specializzata nella rivitalizzazione della lingua, nella
smilitarizzazione e nella decolonizzazione delle isole Ryukyu; Hanaloa Hēlela, nativo hawaiano
provieniente da una famiglia militare statunitense, è attivo nella
smilitarizzazione delle Hawaii. Il webinar ha generato numerosi commenti dal pubblico dal vivo e zoom. La crescente
presenza della NATO in America Latina Il successivo webinar geografico è
stato sulla crescente presenza della NATO in America Latina Facilitatrice: Kristine Karch, co-presidente della rete internazionale "No
alla guerra – NO alla NATO". Sono intervenuti: Laura Capote (Colombia) giornalista, membro dell'OBSAL
(Osservatorio sulla Congiuntura dell'America Latina e dei Caraibi)
dell'Istituto Tricontinentale e dell'IEALC – UBA (Workgroup on Colombian
Critical Thinking); Rosa Elva Zúñiga
López (Messico), educatrice popolare femminista, segretaria generale del
Consiglio per l'educazione popolare in America Latina e nei Caraibi – CEAAL; Julieta Daza (Colombia/Venezuela),
membro di Juventud Rebelde Colombia e attivista politica e sociale residente in
Venezuela. Sono pervenuti all’evento saluti da Ucraina, Russia, Afghanistan. Hanno
partecipato di persona a Bruxelles e preso la parola anche donne provenienti da
Afghanistan, Russia e Ucraina che hanno raccontato le loro esperienze nei loro paesi
in guerra. Nadiia Yefymyshch è nata nell'URSS ed è di nazionalità Komi. Si
è laureata presso l'Università statale di Kiev, in Ucraina, ed è rimasta all'università
come docente. È stata a capo di un progetto educativo a Kiev, il Centro russo
per la scienza e la cultura. Ha partecipato a un progetto di "educazione
ai diritti umani" con il Consiglio d'Europa e il Centro Europeo della
Gioventù di Budapest. È stata moderatrice di "Prevenzione della tratta
delle donne" dal 2018 al 2021 ed è stata vicepresidente del Consiglio
delle minoranze nazionali dell'Ucraina prima di lasciare l'Ucraina. Ora vive a
Budapest, in Ungheria. Nazia Noory
dall'Afghanistan, attivista della società civile sulle tematiche giovanili e di
genere (UNWomen), fondatrice dell'Afghan Women Alliance for Peace and
development (AWAPD) e attivista della WILPF. Ora vive in Germania, ma gran
parte della sua famiglia rimane in Afghanistan.
Terzo webinar:
fermare la partecipazione di Stati Uniti e Canada alle guerre della NATO Gli Stati Uniti e il Canada sono
membri chiave dell'organizzazione bellica NATO. Attivisti provenienti da Stati
Uniti e Canada hanno discusso la storia del coinvolgimento dei loro paesi nella
NATO e nelle guerre in Europa e in Afghanistan, chiedendo la fine della NATO
guerrafondaia. Link al video: https://youtu.be/ddKue3bqeFE Hanno coordinato il webinar : Ann Wright (Usa), ex colonnello
dell'esercito americano ed ex diplomatica statunitense, s è dimessa nel 2003 in
opposizione alla guerra degli Stati Uniti contro l'Iraq ; Alley McDonald (Canada, virtuale), Coordinatrice nazionale della Voce
canadese delle donne per la pace (on-line) Sono intervenuti: Medea Benjamin, attivista politica americana e co-fondatrice di
CodePink: Women For Peace; Joseph Gerson,
direttore del Programma di Sicurezza Economica e di Pace dell'American Friends
Service Committee nel New England, USA; Tamara
Lorincz, dottoranda in Global Governance presso la Balsillie School of
International Affairs della Wilfrid Laurier University, attivista di Canadian Voice
of Women for Peace e della sezione canadese della WILPF; Shivangi Misra, presidente della Lega Internazionale della Lotta
dei Popoli, Canada e avvocato internazionale per i diritti umani con sede a
Ottawa. 9 luglio 2023:
Pianificando future attività comuni Dopo tre giorni di eventi, domenica 9
luglio 2023 le Global Women for Peace United Against NATO si sono riunite in
assemblea per pianificare azioni future. In vista del prossimo vertice NATO
previsto a Washington DC, la rete Global Women lancerà la proposta di darsi
appuntamento lì nel luglio 2024. Seguiranno maggiori dettagli. Intanto si sono costituiti comitati di
lavoro per continuare la riflessione e la discussione sui seguenti temi: – Militarizzazione delle scuole:
Cristina Ronchieri/Italia, Patrizia Sterpetti/Italia, Dragana
Zivancevic/Australia, Vera Zalka/Ungheria, – Violenza (NATO) contro le donne e
risoluzione ONU 1325: Alessandra Mecozzi/Italia, Paola Melchiori/Italia, Ada
Donno/Italia, Khadija Ryadi/Marocco – NATO killer climatico: Tamara
Lorincz/Canada, Liisa Taskinen/Finlandia, Patrizia Sterpetti/Italia, Marinella
Correggia/Italia – Relazioni col Sud del mondo e movimenti
non allineati: Paola Melchiori/Italia, Patrizia Sterpetti/Italia, Franziska
Kleiner/Germania, Claire Delstanche/Belgio No alle bombe a grappolo e alle armi all'uranio impoverito Con l'annuncio degli Stati Uniti e del Regno Unito che stavano inviando bombe a grappolo e armi all'uranio impoverito in Ucraina, la rete Global Women for Peace united against NATO ha adottato una dichiarazione nella quale denuncia l'invio di bombe a grappolo e di armi all'uranio impoverito e l'uso di queste armi. Per saperne di più visita il sito: https://womenagainstnato.org/ |
CONCLUSIONE
La conferenza Global Women For Peace
United Against NATO è stata un successo!
Organizzata in meno di quattro mesi
attraverso convocazioni zoom di donne da 35 paesi, le partecipanti alla
conferenza hanno consegnato il loro messaggio di NO alla NATO e alle sue
politiche di guerra direttamente al quartier generale della NATO e al
Parlamento europeo a Bruxelles, recandovisi di persona.
Sei webinar hanno offerto a donne e
uomini di tutto il mondo l'opportunità di ascoltare le voci della comunità
preoccupate per la militarizzazione del nostro mondo e le guerre che minacciano
la sopravvivenza della specie umana.
Continueremo a incontrarci per rafforzare la nostra solidarietà internazionale / globale e pianificare nuove azioni dal 9 all'11 luglio 2024 a Washington, DC in occasione del 75esimo anniversario della NATO.
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