15/10/23

Palestina / L’indebita ingerenza del ministro del “merito” Valditara


 L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuolee delle università protesta contro la discesa in campo del ministro del “merito” Valditara che in un comunicato stampa minaccia azioni disciplinari e perfino penali contro studenti, insegnanti e personale della scuola di ogni ordine e grado che dimostrino aperto dissenso con le scelte del Governo, della NATO e della UE sul conflitto in Palestina.  Un’indebita ingerenza nella libertà d’insegnamento e un atto repressivo contro la libera espressione del pensiero.




«In queste ore drammatiche – dichiara Valditara – voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che richiama i metodi nazisti. Partendo dalla scuola è necessario elaborare una strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere la cultura del rispetto. […] Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di esaltazione della infame azione di Hamas. Vogliamo verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati, i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica...».

Il comunicato stampa del Ministro Valditara rappresenta un’autentica discesa in campo con la minaccia di agire per via disciplinare e penale contro gli studenti e le studentesse, insegnanti e personale della scuola di ogni ordine e grado in aperto dissenso con le scelte del Governo, della NATO e della UE sul conflitto in Palestina.

La scuola per noi resta un ambito di confronto culturale e un/una buon/a insegnante dovrebbe per prima cosa ricostruire storicamente il conflitto israelo-palestinese menzionando fonti storiche, cartine geografiche e testi. Valditara, invece, al pari del Governo di cui fa parte, vede la guerra a senso unico, anzi si schiera incondizionatamente dalla parte di Israele, utilizzando, inoltre, in modo improprio e strumentale i termini “antisemita” e “antisemitismo”.

Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo sempre assunto una posizione di pace e contro qualsiasi guerra, richiamandoci a quell’art 11 della Costituzione, secondo il quale il ripudio della guerra resta un atto fondativo della nostra Repubblica.

Ed anche in questi giorni, di fronte alle notizie che ci arrivano dal Medio Oriente, diciamo che oggi più che mai l’unica via possibile, concreta, percorribile è la pace, mentre vediamo al contrario alzarsi voci che al terrore rispondono con il terrore, alimentando all’infinito le cause che hanno prodotto gli orrori di questi giorni. Perché ad alimentare la guerra non sono solo le milizie di Hamas, da cui occorre prendere le distanze, ma anche gli irresponsabili comportamenti del Governo di destra Israeliano, come messo in evidenza anche dall’editoriale del più importante giornale israeliano, che addebita le responsabilità dell’attacco di Hamas al primo ministro Netanyahu.

Tuttavia, il Ministro Valditara non fa parola di questi fatti, così come sorvola sulle condizioni materiali in cui i Palestinesi della striscia di Gaza sono costretti a vivere da troppi anni, condizioni che sono il perfetto humus in cui far crescere disperazione ed estremismo. In Palestina esiste uno stato di occupazione e assedio militare da parte di Israele, dichiarato illegittimo dall’ONU; sono stati arrestati migliaia di civili, tra cui moltissimi minori, incarcerati per anni senza alcuna accusa formale, il fermo amministrativo resta una aberrazione che nulla ha a che vedere con lo stato di diritto.

Siamo abituati ad analizzare i fatti con gli studenti e le studentesse partendo innanzitutto dalla ricostruzione della storia e il governo non può chiederci di fare delle nostre cattedre delle tribune o degli amplificatori di testate giornalistiche. Siamo chiamati a formare i cittadini e le cittadine affinché loro, autonomamente, possano avere gli elementi necessari per prendere una propria posizione. Pertanto, riteniamo non sia possibile procedere a senso unico, cancellando acriticamente il diritto all’autodeteminazione del popolo palestinese, la sua storia e la comprensione degli eventi drammatici a cui stiamo assistendo.

La scuola deve essere ambito di libera discussione e di confronto e non, alla stregua di una caserma, sede di indottrinamenti in linea con la vulgata di un governo che si schiera a sostegno di Israele. È importante che la scuola torni ad essere luogo di studio, confronto e discussione e non si utilizzi l’immane tragedia di questi giorni per costruire un clima di terrore e di repressione.

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole edelle università


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