«In queste ore drammatiche – dichiara Valditara –
voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che
richiama i metodi nazisti. Partendo dalla scuola è necessario elaborare una
strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere
la cultura del rispetto. […] Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti
scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di
esaltazione della infame azione di Hamas. Vogliamo verificare se qualcuno ha
realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento
alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati, i responsabili
saranno denunciati alla Procura della Repubblica...».
Il comunicato stampa del Ministro Valditara
rappresenta un’autentica discesa in campo con la minaccia di agire per via
disciplinare e penale contro gli studenti e le studentesse, insegnanti e
personale della scuola di ogni ordine e grado in aperto dissenso con le scelte
del Governo, della NATO e della UE sul conflitto in Palestina.
La scuola per noi resta un ambito di confronto
culturale e un/una buon/a insegnante dovrebbe per prima cosa ricostruire
storicamente il conflitto israelo-palestinese menzionando fonti storiche,
cartine geografiche e testi. Valditara, invece, al pari del Governo di cui fa
parte, vede la guerra a senso unico, anzi si schiera incondizionatamente dalla
parte di Israele, utilizzando, inoltre, in modo improprio e strumentale i
termini “antisemita” e “antisemitismo”.
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle
scuole e delle università abbiamo sempre assunto una posizione di pace e contro
qualsiasi guerra, richiamandoci a quell’art 11 della Costituzione, secondo il
quale il ripudio della guerra resta un atto fondativo della nostra Repubblica.
Ed anche in questi giorni, di fronte alle notizie che
ci arrivano dal Medio Oriente, diciamo che oggi più che mai l’unica via
possibile, concreta, percorribile è la pace, mentre vediamo al contrario
alzarsi voci che al terrore rispondono con il terrore, alimentando all’infinito
le cause che hanno prodotto gli orrori di questi giorni. Perché ad alimentare
la guerra non sono solo le milizie di Hamas, da cui occorre prendere le
distanze, ma anche gli irresponsabili comportamenti del Governo di destra
Israeliano, come messo in evidenza anche dall’editoriale del più importante
giornale israeliano, che addebita le responsabilità dell’attacco di Hamas al
primo ministro Netanyahu.
Tuttavia, il Ministro Valditara non fa parola di
questi fatti, così come sorvola sulle condizioni materiali in cui i Palestinesi
della striscia di Gaza sono costretti a vivere da troppi anni, condizioni che
sono il perfetto humus in cui far crescere disperazione ed estremismo. In
Palestina esiste uno stato di occupazione e assedio militare da parte di
Israele, dichiarato illegittimo dall’ONU; sono stati arrestati migliaia di
civili, tra cui moltissimi minori, incarcerati per anni senza alcuna accusa
formale, il fermo amministrativo resta una aberrazione che nulla ha a che
vedere con lo stato di diritto.
Siamo abituati ad analizzare i fatti con gli studenti
e le studentesse partendo innanzitutto dalla ricostruzione della storia e il
governo non può chiederci di fare delle nostre cattedre delle tribune o degli
amplificatori di testate giornalistiche. Siamo chiamati a formare i cittadini e
le cittadine affinché loro, autonomamente, possano avere gli elementi necessari
per prendere una propria posizione. Pertanto, riteniamo non sia possibile
procedere a senso unico, cancellando acriticamente il diritto
all’autodeteminazione del popolo palestinese, la sua storia e la comprensione
degli eventi drammatici a cui stiamo assistendo.
La scuola deve essere ambito di libera discussione e
di confronto e non, alla stregua di una caserma, sede di indottrinamenti in
linea con la vulgata di un governo che si schiera a sostegno di Israele. È
importante che la scuola torni ad essere luogo di studio, confronto e
discussione e non si utilizzi l’immane tragedia di questi giorni per costruire
un clima di terrore e di repressione.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole edelle università
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