Gaza, ottobre 2023. La popolazione cerca riparo dai bombardamenti |
"Il sanguinoso attacco iniziato il 7 ottobre - dichiarano le donne democratiche in Israele - è stato
una reazione al persistente assedio della Striscia di Gaza da parte del governo
israeliano e all'occupazione illegale dei territori palestinesi. In un attacco
coordinato, Hamas ha lanciato un'offensiva massiccia, lanciando migliaia di
razzi su Israele, mentre i suoi militanti si sono infiltrati nelle città e nei
villaggi rurali israeliani. Le conseguenze dell'assalto hanno provocato la
morte di oltre 7.700 israeliani, tra cui più di 70 soldati, e oltre 2.400 altri
sono rimasti feriti. Intanto, a Gaza, almeno 560 palestinesi hanno perso la
vita, con oltre 2.900 feriti a causa dei bombardamenti israeliani.
L’orribile aggressione contro i civili israeliani,
tra cui donne, bambini e anziani, di cui abbiamo visto filmati su diverse
piattaforme mediatiche, è profondamente angosciante. Intere famiglie sono state
uccise nelle loro case o catturate. Ci preoccupa particolarmente la condizione
delle donne e dei bambini tenuti prigionieri mentre scriviamo. Esortiamo la
comunità internazionale a fare pressione su tutti gli agenti competenti
affinché siano rilasciati immediatamente tutti i civili, israeliani e
palestinesi, e in particolare i bambini e le donne, tenuti in prigionia
illegale.
Condanniamo con veemenza e ci opponiamo a qualsiasi
aggressione nei confronti di civili innocenti. Chiariamo però che questa nostra
condanna comprende anche i civili palestinesi, posizione non condivisa dal
governo israeliano. È fondamentale analizzare questi tragici incidenti nel
contesto appropriato: l’occupazione in corso, il blocco di Gaza e le
trasgressioni quotidiane dei coloni in Cisgiordania e Gerusalemme est.
Lanciamo l’allarme che questa escalation richiederà
un prezzo da pagare a tutte le parti, principalmente civili innocenti,
soprattutto donne e bambini, da entrambe le parti. Il governo israeliano, che
definiamo un regime para-fascista, non solo appoggia ma conduce attacchi
violenti contro i palestinesi, equivalenti a una pulizia etnica. I segnali
erano evidenti, impressi nello spargimento di sangue dei palestinesi e, ora,
tragicamente, anche degli israeliani.
Gli sviluppi in corso pongono il rischio
significativo di un grave conflitto nella regione con conseguenze devastanti.
Siamo convinte che la soluzione dei Due Stati, che comprende la creazione di
uno Stato palestinese indipendente all’interno delle linee di cessate il fuoco
pre-1967 in Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est, sia la soluzione
giusta e duratura al continuo spargimento di sangue".
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