02/06/20

Il Brasile tra il virus della pandemia e quello del neofascismo


Resisteremo in mezzo agli incubi


per difendere i nostri sogni di libertà, indipendenza, giustizia sociale e pace.





di Socorro Gomes, presidente del World Peace Council



In Brasile la gente vive come in trance, passando da un incubo all'altro. La cricca di estrema destra che governa il paese ha chiesto di armare i suoi accoliti, che sono addestrati a reagire contro le forze di opposizione, i movimenti sociali e contro gli altri poteri della Repubblica, il legislativo e il giudiziario. I dimostranti che sostengono il governo di Bolsonaro si radunano di fronte al palazzo del governo, il Palácio do Planalto, nelle strade e nelle piazze delle città in quarantena, mentre ai servizi non essenziali è vietato restare aperti.


Il Presidente della Repubblica ha dichiarato in una riunione ministeriale e in discorsi pubblici che intende armare in modo massiccio i suoi seguaci, intimidire l'opposizione e le autorità locali nelle città e negli stati federali quando adottano misure contro chi viola le norme della quarantena. Ogni giorno, Jair Bolsonaro minaccia le libertà democratiche, mostrando disprezzo per la vita e ignorando la pandemia; qualsiasi cosa dica o qualsiasi misura economica adotti, scandalosamente consegna i settori più strategici del paese al grande capitale finanziario nazionale e internazionale.

Il paese sta affondando in una grave crisi politica, istituzionale, economica e sanitaria.


In Brasile la pandemia ha già causato la morte di circa 30.000 persone al momento in cui scriviamo, un numero che potrebbe moltiplicarsi in poche settimane. Il virus ha contaminato oltre 400.000 persone, una stima che potrebbe essere sette volte superiore, poiché i casi sono sotto-notificati, il che dimostra la totale irresponsabilità del governo e la mancanza di empatia o preoccupazione per la protezione delle persone. Privo di senso comune, il governo è impegnato in una crociata contro il distanziamento sociale e in una squallida campagna demoralizzante contro la comunità medica e scientifica e le autorità che promuovono le misure preventive.

Bolsonaro contraddice le autorità sanitarie dentro il suo stesso governo, che non resistono a lungo nella loro posizione: in soli due mesi, due ministri della salute sono stati licenziati, uno per aver difeso il distanziamento sociale e l'altro per essersi opposto all'uso uniforme della clorochina, la medicina che il presidente pubblicizza. In altre parole, nell'occhio di una pandemia, ha successivamente licenziato due ministri e nominato un generale dell'esercito alla guida del Ministero della Salute, illogico, mentre il mondo e il Brasile affrontano la più grande crisi sanitaria. Si scontra anche con le norme dell'Organizzazione mondiale della sanità opponendosi a misure essenziali per prevenire il deterioramento contagioso e dare il tempo alla minima ristrutturazione del settore della sanità pubblica, che è frantumata dalle politiche ultraliberiste che smantellano lo Stato nazionale.

Jair Bolsonaro è anche in guerra con la Corte suprema federale (STF) perché ha difeso, almeno formalmente, come custode della Costituzione, lo stato di diritto e i principi repubblicani. Di recente, per inibire le azioni autoritarie del presidente, la STF ha ordinato la pubblicazione delle riprese di una riunione ministeriale tenutasi il 22 aprile, per via di alcune dichiarazioni di Bolsonaro in quell’occasione, che sono state indicate come prove d'archivio nel rapporto-denuncia dell'ex ministro della giustizia e pubblica sicurezza Sergio Moro, ex giudice dell'operazione Lava Jato, un protagonista della destra che, come molti altri, è ora in conflitto con Bolsonaro probabilmente perché il presidente ultra-centralizzatore, nel tentativo di bloccare le indagini condotte dalla Polizia Federale (la polizia giudiziaria nazionale, un organo dello Stato e non del governo) sulle azioni criminali dei suoi figli, ha deciso di interferire nell'organo, che è subordinato all'ex Ministero di Moro.

Ma l'ex ministro Moro è un personaggio nefasto della vita politica nazionale, il cui ruolo principale fu quello di contribuire all'elezione di Jair Bolsonaro nel 2018 condannando l'ex presidente Lula in prigione durante la campagna elettorale, in un processo palesemente politicizzato. Lula, il più grande leader popolare nel paese, era allora il favorito nel processo elettorale, secondo i sondaggi d’opinione.

Questo è uno schizzo della situazione politica in Brasile: l’esplosione di contraddizioni politiche tra settori di destra e l'isolamento politico di Bolsonaro.

Il governo di ultra-destra di Bolsonaro fu installato in Brasile grazie al sostegno imperialista Usa, che promosse nel paese, come ha fatto in molti altri paesi dell'America Latina, la tattica di strumentalizzare la legge per sferrare un'offensiva politica, nota come lawfare. Tale tattica servì essenzialmente per rovesciare lapresidente Dilma Rousseff nel 2016, in un colpo di stato mascherato da processo costituzionale, e per condannare e imprigionare l'ex presidente Lula, in un processo giudiziario fraudolento, impedendogli di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2018.
La strategia detta lawfare, che rovescia i governi progressisti, mira a rimpiazzarli con governi soggiogati, neoliberisti, antidemocratici, antipopolari e pro-imperialisti. È stata applicata combinando gli interessi imperialisti statunitensi con gli interessi delle classi dominanti locali, che non hanno mai accettato il popolo al potere.

L'odio e il pregiudizio contro il Partito dei Lavoratori e le altre forze di sinistra e il rifiuto delle classi dominanti del progetto di governo progressista di centro-sinistra guidato da Lula, hanno messo in moto la tragedia che potrebbe affondare la società brasiliana in una guerra civile, scatenata da un governo al servizio dell'agenda imperialista nordamericana, in collusione con il crimine organizzato e le sue milizie in Brasile.

Il colpo di mano contro la democrazia brasiliana non è dissociato dalla brutale offensiva imperialista USA contro gli altri popoli latinoamericani, vittime di sanzioni economiche unilaterali illegali, blocchi, furto di entrate petrolifere e misure interventiste che impiegano gruppi terroristici e mercenari, oltre alle minacce di guerra.

Il colpo di stato in Brasile mirava anche a revocare la politica estera sovrana ed equa dei governi di Lula e Dilma, orientata al rafforzamento della pace, del dialogo, del rispetto, della cooperazione e dell'integrazione regionale, che ha dato risultati significativi costruendo strumenti di potere regionale.

I governi progressisti presenti in Brasile tra il 2003 e il 2016 hanno rappresentato progressi storici, come la lotta contro le disuguaglianze sociali di antica data, per sollevare dalla povertà estrema 40 milioni di persone, sradicare la fame, portare energia elettrica in ogni angolo del paese e attuare politiche per un'istruzione pubblica più ampia a tutti i livelli, consentendo ai più poveri di accedere all'istruzione.

Jair Bolsonaro è lo strumento utilizzato dall'imperialismo e dai settori più reazionari delle classi dominanti per liquidare questo progetto. La sua biografia è quella di un estremista fautore dell'uccisione degli avversari, della tortura e della repressione contro le forze di sinistra e i movimenti popolari. Oltre ad essere un apologeta della tortura, è razzista e violatore della Costituzione e dello stato di diritto. Il suo governo conta anche sulla massiccia partecipazione di generali in pensione e in servizio.

L'ultraconservatore Jair Bolsonaro mostra la sua avversione per la democrazia, il patriottismo popolare, il dialogo e la pace. Minaccia abitualmente le nazioni amiche, agendo come il caposquadra di Donald Trump, unendosi a lui nel cercare di rovesciare il governo legittimo del Venezuela e di attaccare politicamente e ideologicamente Cuba e Cina, spingendo il Brasile al limite di conflitti imprevedibili, seppellendo le tradizioni diplomatiche di cooperazione e non interferenza con cui il Paese si era guadagnato rispetto e amicizia fra le nazioni di tutto il mondo.

La tragedia che incombe sul popolo brasiliano e sui popoli vicini a causa di Bolsonaro e della sua squadra, con i loro reiterati atteggiamenti offensivi, chiama tutti noi, donne e uomini impegnati a difendere la pace e la democrazia, al dovere di resistere e combattere.

Abbiamo il dovere di difendere le decisioni della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CELAC), che hanno proclamato l'America Latina e i Caraibi come zona di pace. Allo stesso modo, difendiamo la sovranità e il diritto all'autodeterminazione delle nostre nazioni e dei nostri popoli, che ora sono seriamente minacciati dall'imperialismo USA e dalle forze locali di estrema destra da esso supportate.

Per i brasiliani, dobbiamo resistere e affrontare la grande sfida, in solidarietà, di proteggerci a vicenda dall'epidemia di Covid-19, mentre rafforziamo l'unità di forze ampie contro il neofascismo, difendendo il Brasile, la democrazia e la pace nel paese, in America Latina e Caraibi, e in tutto il mondo.

Resisteremo tra gli incubi. Per difendere i nostri sogni di libertà, indipendenza, giustizia sociale e pace.
trad. Awmr Italia.

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