07/08/20

WILPF Italia / «75 anni dopo Hiroshima e Nagasaki, le armi nucleari un problema aperto»

«È il momento di decidere l'abolizione delle armi nucleari, altrimenti ci ritroveremo anche noi con gli occhi sulle palme delle mani come è successo a Hiroshima 75 anni fa!».

Partecipando alla commemorazione del 75° anniversario del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, che ha avuto luogo il 6 agosto 2020, come ogni anno, a Roma in Piazza del Pantheon, la presidente di WILPF Italia, Patrizia Sterpetti, dichiarando di parlare non solo a nome della sua organizzazione, ma anche «della galassia pacifista che ha generato attiviste come Beatrice Fihn e Susy Snyder, figure preminenti della coalizione mondiale contro le armi atomiche rappresentata da ICAN, premio Nobel per la Pace 2017» ha detto:

«Ricordare Hiroshima e Nagasaki non può non portarci a considerare il problema aperto della presenza delle armi nucleari nel mondo. La via d'uscita c'è, è il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, votato dai rappresentanti di 122 paesi nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, nel luglio 2017. Ma per entrare in vigore esso ha bisogno di raggiungere almeno 50 ratifiche. Attualmente le ratifiche sono 43, i paesi firmatari 82. Quando si arriverà a 50 ratifiche i 9 Paesi possessori di armi atomiche (U.S.A. Russia, Cina, U.K., Francia, India, Pakistan, Israele, Corea del Nord) saranno obbligat a tenerne conto. 

Il problema è, però, che esistono altri Paesi che ospitano bombe nucleari statunitensi in Europa per accordi NATO: Olanda, Belgio, Germania, Italia e, ai confini europei, la Turchia. Di 180 testate nucleari dislocate, l'Italia ne possiede il numero più alto: 70-50 ad Aviano e 20 a Ghedi. Pur avendo ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione, l'Italia è vincolata ad accordi stipulati nel 1951 con gli USA, sui quali dal 1954 vige il segreto militare

«L'Italia, che è uno dei Paesi con più siti protetti dall'UNESCO, è anche un Paese che "ospita" 70 bombe atomiche sul proprio territorio. Oltre a ciò, si sprecano soldi per acquistare gli  F35, aerei deputati al trasporto di bombe atomiche B61, sottraendo ulteriori risorse alle spese sociali, in un Paese dove si assiste al calo della natalità perché molte famiglie non raggiungono il reddito sufficiente per generare figli, al calo delle iscrizioni universitarie, alle carenze di manutenzione nelle scuole, ai ponti che crollano, ai centri anti-violenza che non vengono finanziati, alle malattie mentali non adeguatamente curate – ancora peggio se si è stranieri – al dilagare dello spaccio di stupefacenti e della tossicodipendenza laddove c'è povertà… 

«Invece di favorire la cultura della legalità con la giustizia sociale, si comprano gli F35... È il momento di unirci e di decidere l'abolizione delle armi nucleari, altrimenti ci ritroveremo anche noi con gli occhi sulle palme delle mani come è successo agli abitanti di Hiroshima!».

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