Giù le mani da Rafah! Cessare il fuoco ora! Fermare il genocidio! Il 2 marzo 2024 giornata internazionale d'azione per la Palestina. La sezione europea dell'Assemblea Internazionale dei Popoli (AIP/IPA), rete che riunisce oltre 200 organizzazioni popolari, politiche e sindacali, movimenti sociali di ogni continente, invita e chiama tutti coloro che amano la giustizia e l'umanità a mobilitarsi.
29/02/24
2 marzo 2024: giornata internazionale d'azione per la Palestina
24/02/24
Kathmandu (Nepal)/Sedicesimo Forum Sociale Mondiale
In Nepal dal 15 al 19 febbraio 2024 si è svolto il 16° Forum Sociale Mondiale. AWMR Italia ha partecipato al panel "Femminismo, movimenti delle donne e diversità" svoltosi il 18 febbraio.
18mila partecipanti provenienti da oltre1.100
organizzazioni si sono registrati per prendere parte a circa 400 attività. Gli
organizzatori stimano che abbiano partecipato persone provenienti da 98 paesi e
che durante le giornate dei lavori in agenda siano transitate per il Forum
50mila persone.
Alla marcia del
giorno di apertura a Kathmandu hanno partecipato da 12mila a 15mila
persone. I partecipanti provenivano principalmente dal Nepal e dai paesi vicini
dell'Asia meridionale, principalmente dall'India ma anche dal Bangladesh, Pakistan,
Sri Lanka e Bhutan. Non molto alta la partecipazione dal resto dell'Asia,
Africa, America Latina e Nord, Europa e Oceania. Necessariamente, oltre alle
attività in presenza, molte si sono svolte in forma ibrida, cioè con
partecipazioni da remoto attraverso i collegamenti internet.
Tutte le informazioni sul programma erano disponibili
su un apposito sito Web e su un'app che hanno funzionato bene. Le attività
principali si sono svolte nel quartiere Bhrikuti
Mandap a Kathmandu. Tende con spazi per un gran numero di appuntamenti aggiuntivi
erano allestite in 6 campus universitari vicini. 750 guide volontarie hanno
assistito i partecipanti. Un gran numero di interpreti online in tutto il mondo
hanno aiutato anche durante molte riunioni ibride. È stata fornita anche
l'interpretazione in loco per molte lingue locali. Tutta la preparazione
internazionale è stata svolta da volontari in spagnolo, portoghese, francese e
inglese utilizzando riunioni Zoom e gruppi Whatsapp.
Il budget totale è ammontato a poco meno di 2 milioni
di euro. Non c’è stata possibilità di creare un fondo di solidarietà per
facilitare i viaggi dei gruppi a basso reddito. Tuttavia, la partecipazione di
numerose persone indigene del Nepal e di altri gruppi sociali svantaggiati come
gli intoccabili è stata ampia grazie a progetti di organizzazioni non
governative (ONG).
I sindacati e le organizzazioni degli agricoltori hanno
inviato delegazioni altrettanto ampie. Un’altra presenza importante è stata
quella del Consiglio Mondiale delle Chiese, con molti cristiani indiani che si
sono uniti ai musulmani e alle forze laiche per sottolineare l’importanza della
tolleranza. Molto significativa la partecipazione
di gruppi e associazioni femministe e ambientaliste. Tra le organizzazioni
internazionali presenti figurano Actionaid, l'Alleanza internazionale degli
abitanti, il Comitato per l’Abolizione dei Debiti Illegittimi (CADTM), che
lavora per la cancellazione del debito e contro le politiche di austerità, Via
Campesina, ATTAC e Friends of the Earth di diversi paesi, l'International Peace
Bureau e Focus on the Global South. Con una presenza meno numerosa rispetto a
precedenti edizioni, ma comunque con una gamma rappresentativa.
L'appello per una giornata
globale di azione in solidarietà con la Palestina il 15 maggio è stato
fortemente sostenuto da tutte le componenti del Consiglio Internazionale del
FSM.
All’evento è intervenuto anche il segretario generale
dell’ONU, António Guterres. Ha
sottolineato l'importanza di trovare soluzioni per il cambiamento climatico e
di promuovere la solidarietà: «Grazie per esservi riuniti in uno spirito di
solidarietà e cooperazione. Unirsi per il bene comune è fondamentale quando
infuriano i conflitti e crescono le divisioni geopolitiche. Abbiamo bisogno di
solidarietà globale per salvare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di
riformare un sistema finanziario globale obsoleto, disfunzionale e ingiusto».
(Tord Björk, WBW)
20/02/24
World Social Forum 2024/ Donne contro la guerra, per un altro mondo possibile
Un panel su “Femminismi, movimenti delle donne ediversità verso un altro mondo possibile” si è tenuto il 18 febbraio a Kathmandu (Nepal), nell’ambito del World Social Forum 2024, riflessione in forma di dialogo fra donne provenienti da varie latitudini, coordinato da Rosy Zuñiga (Messico), segretaria generale del Consiglio di Educazione Popolare per l’America Latina e i Caraibi (CEAAL), e Rita Freire (Brasile), componenti del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. Al panel ha preso parte l’attivista Ann Wright, di Veterans for Peace (Usa), di cui riportiamo qui sotto l’intervento. Con lei: Ada Donno di Awmr Italia; Amanda Anderson e Dalila Calisto (Brasile); Lena Meari (Palestina); Lolita Chavez e Maria Marroquìn (Guatemala); Renu Adhikari (Nepal); Tabitha Mulyampiti (Uganda); Cheima el Ajiam (Tunisia). Claudia Korol (Argentina) ha tratto le conclusioni del dibattito.
«Mi chiamo AnnWright e parlo a nome di migliaia di donne che hanno firmato la Dichiarazione di Pace lanciata a Bruxelles nel luglio 2023.
«La nostra aspirazione alla pace è oggi minacciata
dalla crescente corsa agli armamenti e dal rischio di una guerra nucleare, dal
rafforzamento delle alleanze militari e dalla militarizzazione delle relazioni
internazionali. Tutto ciò rischia di portare l’umanità alla catastrofe.
«Le decisioni della NATO dal 1991 in poi hanno
determinato in larga parte il processo che ha portato a questa situazione di
scontro globale. L’ultimo approdo di questo processo politico è il cosiddetto
Nuovo Concetto Strategico, concordato al vertice dei capi di stato della NATO a
Madrid nel 2022.
«Come donne di pace, rifiutiamo la NATO e la sua visione del mondo, essa fomenta l’instabilità ed esacerba il conflitto internazionale. È inconciliabile con il nostro principio di prenderci cura del mondo – un principio che ci sforziamo di affermare a livello globale. Il tempo del colonialismo e dell’imperialismo è passato. Il tempo delle pretese dell’Occidente al dominio unipolare e alla “supremazia morale” è finito.
«Oggi diamo il benvenuto a un nuovo ordine mondiale
multipolare basato su decisioni condivise, sulla giustizia sociale e
ambientale, sulla condivisione di risorse e tecnologie, sulla transizione verso
l’azzeramento degli arsenali militari.
«Questo abbiamo detto noi donne al Summit per la Pace
di Madrid nel 2022. Lo abbiamo riaffermato in occasione del Summit NATO di Vilnius del 2023.
«Cosa vogliamo?
«Il nostro messaggio quando ci siamo incontrate a
Bruxelles, sede del quartier generale della NATO, è stato:
• NO alla NATO globale, No ai blocchi sempre più
militarizzati, No alla guerra come mezzo per risolvere le controversie
internazionali.
• No alla militarizzazione della ricerca scientifica.
Le generazioni più giovani hanno diritto a un’educazione laica e democratica,
ispirata ai valori della convivenza pacifica tra i popoli e gli Stati.
• No al coinvolgimento delle donne nei piani di guerra
del patriarcato. No a qualsiasi “approccio di genere” nella NATO. Mettere le
donne in ruoli di vertice in un’organizzazione militare guerrafondaia non servirà
a promuovere i principi di uguaglianza, giustizia e pace che sono alla base
delle lotte delle donne per la libertà.
«Invece, diciamo Sì al rispetto delle autentiche
intenzioni della risoluzione ONU 1325 sulla partecipazione delle donne ai
negoziati e ai processi di pace.
«Invitiamo le donne di tutto il mondo a unirsi a noi a
Washington, DC, dal 5 al 7 luglio 2024,
dove contesteremo gli obiettivi della NATO nel suo 75° anniversario.
https://actionnetwork.org/events/summit-and-rally-no-to-nato-yes-to-peace/
«A proposito di Washington DC, ci sono stata nelle
ultime 5 settimane unendomi a donne e uomini che sfidavano la complicità degli
Stati Uniti nel genocidio israeliano dei palestinesi a Gaza.
«Le donne di coscienza si sono mobilitate, hanno
marciato davanti alla Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e il
Congresso. Si sono accampate davanti alla
casa del Segretario di Stato Tony Blinken e sono state arrestate per aver
interrotto le udienze del Congresso nel tentativo di fermare il genocidio
israeliano di Gaza e la violenza israeliana in Cisgiordania.
«Un altro gruppo di donne, CODEPINK: Women For Peace, negli ultimi tre mesi ha concentrato la
sua azione sul Congresso degli Stati Uniti nello sforzo quotidiano di affrontare
i congressisti e le congressiste degli Stati Uniti spietati e crudeli che
RIFIUTANO di chiedere il CESSATE DEL FUOCO A GAZA e continuano a votare a
favore di miliardi di dollari in armi da versare a Israele per la sua guerra di
sterminio dei palestinesi di Gaza.
Concludo dicendo: Salviamo Gaza, liberiamo la
Palestina dal genocidio perpetrato da Israele!»
#FreePalestine #GWUAN #NoNatoNoWar
19/02/24
WSF 2024 Nepal / Donne verso un altro mondo possibile
AWMR Italia ha preso parte al panel su “Femminismi, movimenti delle donne e diversità verso un altro mondo possibile”, che si è tenuto il 18 febbraio a Kathmandu (Nepal), nell’ambito del World Social Forum 2024. Una riflessione in forma di dialogo fra donne provenienti da varie latitudini, sui problemi che ciascuna affronta nel proprio territorio e sulle strategie che mette in atto per risolverli, nonché sulle possibili linee guida per costruire un’agenda globale condivisa.
Il dialogo è stato coordinato da Rosy Zuñiga (Messico), segretaria generale del Consiglio di Educazione Popolare per l’America Latina e i Caraibi (CEAAL), e Rita Freire (Brasile), componenti del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. Al panel hanno partecipato, oltre a Ada Donno di Awmr Italia, Ann Wright (Veterans for Peace, USA); Amanda Anderson e Dalila Calisto (Brasile); Lena Meari (Palestina); Lolita Chavez e Maria Marroquìn (Guatemala); Renu Adhikari (Nepal); Tabitha Mulyampiti (Uganda); Cheima el Ajiam (Tunisia).
Claudia Korol (Argentina) ha tratto le conclusioni del dibattito, davvero ricco e articolato. Riportiamo qui l’intervento di Ada Donno.
«Saluto tutte voi, donne del
mondo, e ringrazio il World Social Forum 2024 per aver organizzato questo
panel. Grazie in particolare a Rosy Zuñiga e a quante hanno partecipato al grande
lavoro di coordinamento di questo panel su Femminismi, movimenti
e diversità verso la costruzione di altri mondi possibili.
«Intervengo a nome dell'Associazione di Donne della Regione Mediterranea,
organizzazione pacifista e femminista italiana fondata circa trent'anni fa, che
opera principalmente per costruire rapporti di solidarietà con le donne del
Mediterraneo ed è affiliata alla Federazione Democratica Internazionale delle Donne.
«Awmr Italia fa parte anche di una più ampia rete europea di donne, l’Assemblea femminista delle Forze progressiste, verdi e di sinistra. Inoltre, da circa un anno, facciamo parte della rete internazionale Donne per la Pace Unite contro la NATO, (che vedo qui rappresentata in questo panel anche da Ann Wright dagli USA, che saluto cordialmente). Colgo l'occasione per invitarvi a prendere visione e, se siete d'accordo, firmare la Dichiarazione di Pace che abbiamo lanciato a Bruxelles nel giugno 2023, già sottoscritta da migliaia di donne nel mondo.
«Comincio col riferirvi che, nell’ambito dell'Assemblea femminista delle forze ambientaliste e progressiste di sinistra che ho prima citato, stiamo preparando un'azione europea per il prossimo 8 marzo, che sarà contrassegnata dal motto: CONTRO LA VOSTRA ECONOMIA DI GUERRA, LA NOSTRA ECONOMIA DI CURA! E vorrei spiegare brevemente le ragioni del nostro agire: nostra intenzione è incentrare la nostra azione sul tema della difesa di quella che chiamiamo “economia della cura”, che pone in cima ad ogni valore la vita delle persone, la natura e la pace.
«Purtroppo il mondo sta correndo verso la guerra, lo vediamo ogni giorno. Ma, come diciamo da molti anni noi femministe, le guerre non “scoppiano” all'improvviso: le guerre sono lungamente preparate e precedute da segnali preoccupanti e avvertibili in ciascun paese o regione del mondo coinvolti: uno di questi è la graduale e rapida conversione delle economie verso le produzioni di guerra.
«Si comincia col sostenere, più o
meno scopertamente, i piani di riarmo, dirottando gradualmente risorse statali
dalle spese sociali, sanitarie e educative verso le spese per le attività
militari. Questo processo è iniziato in Europa e nei paesi appartenenti alla
NATO da diverso tempo, lo andiamo denunciando con forza nelle nostre assemblee
femministe europee da più di un decennio.
«Allo stesso tempo, sono stati
avviati processi, inizialmente occulti e poi sempre più palesi, di graduale
militarizzazione delle società, restrizioni dei diritti civili e sociali, fino
a quando il militarismo finirà col permeare i settori dell’educazione e dell’informazione
pubblica: già i media mainstream sono impregnati di discorsi che tendono a
farci accettare la guerra come qualcosa di “normale”, possibile e inevitabile.
Questi sono processi di condizionamento dell’opinione pubblica che già sono sotto
i nostri occhi in Europa.
«E quando la parola passa alle
armi, le voci delle donne che parlano di cura del mondo non si sentono più nel
frastuono bellicista… suonano perfino stonate. Tutti i discorsi di distensione,
pacificazione, solidarietà internazionale fatti appena qualche decennio fa sembrano
già lontani e irreali: la normalità diventa ancora una volta la guerra e i
nostri diritti, quelli che credevamo acquisiti una volta per sempre, diventano
invisibili.
«In questo clima di esaltazione
bellicista, in molti paesi crescono elettoralmente le forze di destra, i
partiti neofascisti e neonazisti riprendono fiato, sembra che ovunque la gente
non capisca il precipizio verso cui stiamo andando e presti ascolto solo a chi
usa un linguaggio violento e promette record, supremazie, vittorie contro
nemici reali o immaginari. Nella “democratica” Europa come in altre parti nel
nord del mondo, le forze neofasciste in alleanza con le forze patriarcali
neoliberali promuovono la guerra e l'economia di guerra che crea, sfrutta e
uccide...
«Vorrei ricordare che la pandemia
di Covid negli ultimi anni ci aveva portato una grande illusione: il mondo
sembrava aver finalmente capito l'importanza di mettere al centro delle
attività umane la cura della vita e del pianeta. Al contrario, la gestione
patriarcale e neoliberista della la pandemia si è risolta in una frenetica
caccia ai profitti per le grandi aziende farmaceutiche, a detrimento dei
bisogni sociali.
«Che fare? Come diciamo, bisogna
rendere la cura un “paradigma politico”, che significa ripartire dal rilancio
dei sistemi sanitari e educativi pubblici, spostare risorse economiche verso i
bisogni sociali invece che verso il riarmo, sostenere le politiche di pace
contro le scelte di guerra.
«Non possiamo parlare di
progresso per le donne se non c'è pace. La pace è necessaria perché nella
guerra, sia economica che militare, i diritti delle donne vengono resi
invisibili. Con le guerre perdiamo diritti fondamentali come il diritto di
decidere sul nostro corpo, sulla nostra maternità, sulla nostra sessualità,
aumenta la femminilizzazione della povertà, le donne sono più indifese di
fronte a ogni tipo di violenza sessista, alla violenza domestica, alla violenza
sessuale e al femminicidio. Allo stesso modo non possiamo parlare di diritti
delle donne se s’instaurano governi fascisti e se va avanti l’occupazione delle
istituzioni europee da parte dell'estrema destra.
«Per tutte queste ragioni, e
nonostante tutto questo, il prossimo 8 marzo ancora una volta noi europee ci
dichiareremo in sciopero femminista, reclamando i nostri diritti e proclamando la
nostra solidarietà alle donne del mondo che in questo momento patiscono le
peggiori conseguenze della guerra, prime fra tutte le donne, le bambine e i
bambini palestinesi che ogni giorno muoiono sotto le bombe a Gaza.
Grazie per la vostra attenzione».
#WSF2024 #Kathmandu
16/02/24
Femminismi, movimenti delle donne e diversità: un panel in forma di dialogo al Forum Sociale Mondiale di Kathmandu (Nepal)
Un panel su “femminismi, movimenti delle donne e diversità verso un altro mondo possibile” si terrà il 18 febbraio alle 18:00, ora di Kathmandu, Nepal (ore 13:15 in Italia), nell’ambito del Forum Sociale Mondiale 2024. Una riflessione in forma di dialogo che il Comitato organizzatore del Forum propone a donne di differenti latitudini, sui problemi che ciascuna affronta nel proprio territorio e sulle strategie che mette in atto per risolverli, nonché sulle possibili linee guida per costruire un’agenda globale condivisa.
Questo dialogo sarà
coordinato da Rosy Zuñiga (Messico), segretaria generale del Consiglio di
Educazione Popolare per l’America Latina e i Caraibi (CEAAL), e Rita Freire
(Brasile), componenti del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale.
Al panel sono invitate a partecipare: Ada Donno (Awmr Italia); Ann Wright
(Veterans for Peace, USA); Amanda Anderson e Dalila Calisto (Brasile); Lena
Meari (Palestina); Lolita Chavez e Maria Marroquìn (Guatemala); Renu Adhikari
(Nepal); Tabitha Mulyampiti (Uganda); Cheima el Ajiam (Tunisia).
La sintesi conclusiva del
dibattito sarà affidata a Claudia Korol (Argentina).
#WSFNepal #WSF2024