Le donne sono la forza di opposizione più
vigorosa contro il governo reazionario di Erdogan da circa 20 anni. Le
proteste si sono intensificate ed estese in tutto il paese in seguito alla
decisione di ritirare la firma della Turchia dalla Convenzione di Istanbul. I Comitati di solidarietà delle donne per
costruire un futuro senza violenza né sfruttamento
di
Aslihan Cakaloglu, United Women for Equality and Freedom (UWEF)
Non ci accontentiamo del meno né del male minore!
Come in ogni parte del mondo, la pandemia ha
approfondito le disuguaglianze di genere anche in Turchia. Erano disuguaglianze
preesistenti alla pandemia, ma ora esse si sono fatte molto più evidenti
rispetto a prima.
In Turchia, la disoccupazione in generale, che
era del 27,3% tra le donne prima della pandemia, è salita al 34,8% con la
pandemia. È stato rilevato un aumento significativo (circa il 30%) della
violenza contro le donne. Ma il ministro della Famiglia e dei Servizi Sociali
ha affermato che l'aumento della violenza contro le donne nei primi mesi della
pandemia è “tollerabile”. Al contrario, “non sono tollerabili” le proteste che
ci sono state in alcune città e sui social media.
Un altro problema critico della pandemia in
Turchia sono state le prolungate chiusure delle scuole. È ricaduto sulle madri
l'onere dello studio da casa dei figli e la responsabilità dell'assistenza
all'infanzia, sicché molte donne sono state costrette a lasciare il lavoro o a ripiegare
su lavori part-time. Così la povertà delle donne è aumentata insieme al carico
di lavoro domestico e di cura.
Il
ritiro dalla Convenzione di Istanbul
Tuttavia, argomento principale di
mobilitazione delle donne turche durante la pandemia è stato il ritiro dalla Convenzione di
Istanbul. Il governo dell'Akp, che da anni si vantava di essere il primo
firmatario di questa convenzione internazionale, da mesi propugnava l'idea del
ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, per consolidare l’ala più
reazionaria. Alla fine, il 20 marzo, il governo ha pubblicato un decreto
presidenziale a mezzanotte col quale si ritirava dalla Convenzione di Istanbul.
Il fine di questa manovra dell'Islam politico dominante era sbaragliare il maggiore
fronte di opposizione e rinsaldare le componenti reazionarie. E in effetti, un
altro partito reazionario che era parte dell'alleanza di opposizione al
governo, egemonizzata dalla socialdemocrazia borghese, ha dato un sostegno
decisivo al governo in questa operazione.
Il ritiro è stato accolto da proteste e
migliaia di donne sono scese in piazza nonostante i divieti di manifestare con
il pretesto della pandemia. Le donne si sono radunate in molti centri
cittadini, dichiarando che la decisione è stata un attacco del governo dell'AKP
alla vita delle donne. Durante le proteste, la UWEF ha evidenziato che, sebbene
la Convenzione di Istanbul non sia sufficiente per porre fine alle
disuguaglianze sociali e alla violenza contro le donne, obbliga gli Stati a
proteggere le persone dalla violenza di genere e ad accelerare i processi
giudiziari. Ecco perché non ci arrenderemo e la difenderemo nonostante l'azione
di ritiro.
Nascono
i Comitati di Solidarietà delle Donne
Le donne sono la forza di opposizione più
vigorosa contro il governo reazionario dell'AKP da circa 20 anni. L'impatto
decisivo del movimento delle donne nella politica turca e il crescente bisogno
di solidarietà delle classi lavoratrici durante la pandemia ci hanno dato
l'ispirazione per organizzare comitati di solidarietà in tutto il paese.
Facendo il primo passo nel settembre 2020,
abbiamo iniziato a costituirci in Women’s Solidarity Committees (WSC) in molte
località. Ora il numero di WSC + arrivato a 72 in 20 città. Questi comitati
seguono alcuni processi per femminicidio, stando fianco a fianco con donne che
stanno ricostruendo le loro vite dopo essere state violentate.
Abbiamo inoltre preparato e distribuito
opuscoli contro la violenza sulle donne e le forme di mobbing, per la solidarietà
sul posto di lavoro, il diritto ad asili nido gratuiti e di qualità, contro lo sfruttamento
del lavoro femminile. Nonostante le difficoltà di aggregazione dovute alle
restrizioni della pandemia, i comitati hanno trovato il modo di riunirsi e
hanno organizzato vari eventi online, interviste e corsi di formazione.
Giornata
internazionale della donna lavoratrice
Prima dell'8 marzo, il WSC aveva lanciato un
appello perché si organizzassero mostre fotografiche per rendere visibile il
lavoro e la solidarietà delle donne. Le donne si sono fotografate diventando al
tempo stesso fotografe, organizzatrici e presentatrici di queste mostre. L'8
marzo molte foto sono state esposte nelle strade, nei parchi e nei caffè di
varie città. Così le donne hanno propagato la loro lotta contro l'oppressione,
la discriminazione e la violenza, con lo slogan «Non ci besta il meno né il
male minore!» in quattro città: Ankara, Istanbul, Smirne e Antalya.
La UWEF ha contribuito in misura essenziale ad
organizzare e intensificare le proteste contro il ritiro del governo dalla
Convenzione di Istanbul, partecipando alle manifestazioni in tutto il paese e
compiendo un deciso passo avanti nel
posizionamento dell’UWEF contro le decisioni del presidente Erdogan.
Per settimane abbiamo organizzato eventi in
cui abbiamo discusso di che cosa non vogliono le donne e cosa vogliono le donne. Risultato
di queste discussioni è la nostra risoluzione, in cui sottolineiamo la
necessità di difendere la laicità e molte misure che dovrebbero essere messe in
atto: i crimini di odio devono essere puniti, i matrimoni sotto i 18 anni
devono essere vietati e l'istruzione deve diventare mista e obbligatoria. Anche
se le autorità non hanno permesso la conferenza stampa sulle nostre risoluzioni,
abbiamo insistito per presentarla per le strade, nei centri cittadini e per i
quartieri, anche bussando alle porte.
Cresce
la solidarietà tra le donne
Il WSC ha organizzato corsi in solidarietà con
i bambini in età scolare per supportarne lo studio virtuale, che è stato
caricato principalmente sulle spalle delle donne. Mentre i bambini
partecipavano a queste lezioni, le donne parlavano dello sfruttamento del
lavoro femminile, della salute delle donne, della violenza contro le donne ecc.
Decine di madri single si sono unite alla nostra azione di solidarietà dopo
aver partecipato a queste attività. Inoltre, alcuni WSC hanno lanciato una
petizione per asili nido pubblici sicuri che sta andando avanti.
Abbiamo esteso la nostra solidarietà alle
persone povere e migranti. A partire dalla cucitura di mascherine per le
persone che non possono permettersi di acquistarle, forniamo alimenti
conservati, pasti caldi e pannolini per i bisognosi. Abbiamo organizzato corsi
gratuiti di lingua turca per donne immigrate e laboratori per i loro figli.
D'altra parte, le nostre compagne giovani
universitari e hanno protestato contro gli accademici che nelle loro lezioni
impongono una terminologia discriminatoria e umiliante verso le donne. Abbiamo anche
organizzato laboratori di pittura, musica e letteratura per le donne che
sentono il bisogno di fare qualcosa per se stesse.
Ora stiamo conducendo una campagna che mira a
inserire il vaccino anti-HPV nel programma nazionale di vaccinazione.Come in
tutto il mondo, anche in Turchia sta crescendo la protesta delle donne contro
il sistema capitalistico e patriarcale. Tuttavia, la nostra lotta deve puntare
a costruire un’alternativa che non si limiti alla proclamazione dell'anticapitalismo.
Altrimenti, il capitalismo e i suoi partiti politici riassorbiranno la spinta
radicale delle donne. Inoltre non possiamo permettere che l’agenda delle
organizzazioni femminili sia dettata dai capitalisti e dai contrattacchi del
loro governo.
Dovremmo riuscire a far valere le nostre esigenze
e i nostri programmi. Intensificare la lotta contro il capitalismo ed i suoi
rappresentanti politici insieme alle rivendicazioni di uguaglianza e libertà diventano i compiti
più cruciali della lotta delle donne. Alle loro infinite risorse fiscali noi
possiamo opporre la forza della solidarietà e dell'organizzazione. Per quanto
cerchino di ostacolarci e confinare le nostre vite nelle case, questa volta approfittandeo
della pandemia, non saranno in grado di fermarci. Troveremo la nostra strada
perché siamo impazienti di costruire un futuro senza violenza e sfruttamento.
Non ci accontentiamo del meno né del male
minore!
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