30/07/21

TURCHIA / L’AGENDA DELLE DONNE UNITE PER L’UGUAGLIANZA E LA LIBERTÀ AL TEMPO DELLA PANDEMIA

 


Le donne sono la forza di opposizione più vigorosa contro il governo reazionario di Erdogan da circa 20 anni. Le proteste si sono intensificate ed estese in tutto il paese in seguito alla decisione di ritirare la firma della Turchia dalla Convenzione di Istanbul. I Comitati di solidarietà delle donne per costruire un futuro senza violenza né sfruttamento


di Aslihan Cakaloglu, United Women for Equality and Freedom (UWEF)

Non ci accontentiamo del meno né del male minore!

Come in ogni parte del mondo, la pandemia ha approfondito le disuguaglianze di genere anche in Turchia. Erano disuguaglianze preesistenti alla pandemia, ma ora esse si sono fatte molto più evidenti rispetto a prima.

In Turchia, la disoccupazione in generale, che era del 27,3% tra le donne prima della pandemia, è salita al 34,8% con la pandemia. È stato rilevato un aumento significativo (circa il 30%) della violenza contro le donne. Ma il ministro della Famiglia e dei Servizi Sociali ha affermato che l'aumento della violenza contro le donne nei primi mesi della pandemia è “tollerabile”. Al contrario, “non sono tollerabili” le proteste che ci sono state in alcune città e sui social media.

Un altro problema critico della pandemia in Turchia sono state le prolungate chiusure delle scuole. È ricaduto sulle madri l'onere dello studio da casa dei figli e la responsabilità dell'assistenza all'infanzia, sicché molte donne sono state costrette a lasciare il lavoro o a ripiegare su lavori part-time. Così la povertà delle donne è aumentata insieme al carico di lavoro domestico e di cura.

Il ritiro dalla Convenzione di Istanbul

Tuttavia, argomento principale di mobilitazione delle donne turche durante la pandemia è stato il ritiro dalla Convenzione di Istanbul. Il governo dell'Akp, che da anni si vantava di essere il primo firmatario di questa convenzione internazionale, da mesi propugnava l'idea del ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, per consolidare l’ala più reazionaria. Alla fine, il 20 marzo, il governo ha pubblicato un decreto presidenziale a mezzanotte col quale si ritirava dalla Convenzione di Istanbul. Il fine di questa manovra dell'Islam politico dominante era sbaragliare il maggiore fronte di opposizione e rinsaldare le componenti reazionarie. E in effetti, un altro partito reazionario che era parte dell'alleanza di opposizione al governo, egemonizzata dalla socialdemocrazia borghese, ha dato un sostegno decisivo al governo in questa operazione.

Il ritiro è stato accolto da proteste e migliaia di donne sono scese in piazza nonostante i divieti di manifestare con il pretesto della pandemia. Le donne si sono radunate in molti centri cittadini, dichiarando che la decisione è stata un attacco del governo dell'AKP alla vita delle donne. Durante le proteste, la UWEF ha evidenziato che, sebbene la Convenzione di Istanbul non sia sufficiente per porre fine alle disuguaglianze sociali e alla violenza contro le donne, obbliga gli Stati a proteggere le persone dalla violenza di genere e ad accelerare i processi giudiziari. Ecco perché non ci arrenderemo e la difenderemo nonostante l'azione di ritiro.

Nascono i Comitati di Solidarietà delle Donne

Le donne sono la forza di opposizione più vigorosa contro il governo reazionario dell'AKP da circa 20 anni. L'impatto decisivo del movimento delle donne nella politica turca e il crescente bisogno di solidarietà delle classi lavoratrici durante la pandemia ci hanno dato l'ispirazione per organizzare comitati di solidarietà in tutto il paese.

Facendo il primo passo nel settembre 2020, abbiamo iniziato a costituirci in Women’s Solidarity Committees (WSC) in molte località. Ora il numero di WSC + arrivato a 72 in 20 città. Questi comitati seguono alcuni processi per femminicidio, stando fianco a fianco con donne che stanno ricostruendo le loro vite dopo essere state violentate.

Abbiamo inoltre preparato e distribuito opuscoli contro la violenza sulle donne e le forme di mobbing, per la solidarietà sul posto di lavoro, il diritto ad asili nido gratuiti e di qualità, contro lo sfruttamento del lavoro femminile. Nonostante le difficoltà di aggregazione dovute alle restrizioni della pandemia, i comitati hanno trovato il modo di riunirsi e hanno organizzato vari eventi online, interviste e corsi di formazione.

Giornata internazionale della donna lavoratrice

Prima dell'8 marzo, il WSC aveva lanciato un appello perché si organizzassero mostre fotografiche per rendere visibile il lavoro e la solidarietà delle donne. Le donne si sono fotografate diventando al tempo stesso fotografe, organizzatrici e presentatrici di queste mostre. L'8 marzo molte foto sono state esposte nelle strade, nei parchi e nei caffè di varie città. Così le donne hanno propagato la loro lotta contro l'oppressione, la discriminazione e la violenza, con lo slogan «Non ci besta il meno né il male minore!» in quattro città: Ankara, Istanbul, Smirne e Antalya.

La UWEF ha contribuito in misura essenziale ad organizzare e intensificare le proteste contro il ritiro del governo dalla Convenzione di Istanbul, partecipando alle manifestazioni in tutto il paese e compiendo  un deciso passo avanti nel posizionamento dell’UWEF contro le decisioni del presidente Erdogan.

Per settimane abbiamo organizzato eventi in cui abbiamo discusso di che cosa non vogliono le donne e cosa vogliono le donne. Risultato di queste discussioni è la nostra risoluzione, in cui sottolineiamo la necessità di difendere la laicità e molte misure che dovrebbero essere messe in atto: i crimini di odio devono essere puniti, i matrimoni sotto i 18 anni devono essere vietati e l'istruzione deve diventare mista e obbligatoria. Anche se le autorità non hanno permesso la conferenza stampa sulle nostre risoluzioni, abbiamo insistito per presentarla per le strade, nei centri cittadini e per i quartieri, anche bussando alle porte.

Cresce la solidarietà tra le donne

Il WSC ha organizzato corsi in solidarietà con i bambini in età scolare per supportarne lo studio virtuale, che è stato caricato principalmente sulle spalle delle donne. Mentre i bambini partecipavano a queste lezioni, le donne parlavano dello sfruttamento del lavoro femminile, della salute delle donne, della violenza contro le donne ecc. Decine di madri single si sono unite alla nostra azione di solidarietà dopo aver partecipato a queste attività. Inoltre, alcuni WSC hanno lanciato una petizione per asili nido pubblici sicuri che sta andando avanti.

Abbiamo esteso la nostra solidarietà alle persone povere e migranti. A partire dalla cucitura di mascherine per le persone che non possono permettersi di acquistarle, forniamo alimenti conservati, pasti caldi e pannolini per i bisognosi. Abbiamo organizzato corsi gratuiti di lingua turca per donne immigrate e laboratori per i loro figli.

D'altra parte, le nostre compagne giovani universitari e hanno protestato contro gli accademici che nelle loro lezioni impongono una terminologia discriminatoria e umiliante verso le donne. Abbiamo anche organizzato laboratori di pittura, musica e letteratura per le donne che sentono il bisogno di fare qualcosa per se stesse.

Ora stiamo conducendo una campagna che mira a inserire il vaccino anti-HPV nel programma nazionale di vaccinazione.Come in tutto il mondo, anche in Turchia sta crescendo la protesta delle donne contro il sistema capitalistico e patriarcale. Tuttavia, la nostra lotta deve puntare a costruire un’alternativa che non si limiti alla proclamazione dell'anticapitalismo. Altrimenti, il capitalismo e i suoi partiti politici riassorbiranno la spinta radicale delle donne. Inoltre non possiamo permettere che l’agenda delle organizzazioni femminili sia dettata dai capitalisti e dai contrattacchi del loro governo.

Dovremmo riuscire a far valere le nostre esigenze e i nostri programmi. Intensificare la lotta contro il capitalismo ed i suoi rappresentanti politici insieme alle rivendicazioni  di uguaglianza e libertà diventano i compiti più cruciali della lotta delle donne. Alle loro infinite risorse fiscali noi possiamo opporre la forza della solidarietà e dell'organizzazione. Per quanto cerchino di ostacolarci e confinare le nostre vite nelle case, questa volta approfittandeo della pandemia, non saranno in grado di fermarci. Troveremo la nostra strada perché siamo impazienti di costruire un futuro senza violenza e sfruttamento.

Non ci accontentiamo del meno né del male minore!

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