Il 76° anniversario della tragedia di Hiroshima e Nagasaki commemorato a Roma, il 6 agosto a piazza del Pantheon. Il saluto di Patrizia Sterpetti di WILPF Italia: “Per ricordare con coerenza dobbiamo continuare a contrastare i due mali assoluti che furono alla base del disastro di Hiroshima e Nagasaki: la guerra e le armi nucleari!”.
Per ricordare con coerenza dobbiamo continuare a contrastare
i due mali intrecciati, alla base del disastro di Hiroshima e Nagasaki: la
guerra e le armi nucleari. Esattamente da 100 anni, nel suo terzo congresso, a
Vienna nel 1921, l’organizzazione che rappresento, la Wilpf, adottò il Manifesto
per il Disarmo totale, ispirato dalla tragedia della Prima Guerra
Mondiale. Nel corso degli anni tutti i tipi di armamento sono stati
problematizzati, in particolare prima le armi chimiche e biologiche, con un
intervento che portò all’adozione del Protocollo
contro le armi chimiche a Ginevra nel 1925, poi il nucleare. In occasione
della Conferenza mondiale delle Donne a Beijing nel 1995 è stato sottolineato dalla
Wilpf, la più antica associazione pacifista di donne, il connubio necessario
tra Uguaglianza tra uomini e donne, Pace e Sviluppo. Per reagire all’impasse
delle revisioni del Trattato di Non Proliferazione nel 1999, è nato il
programma di monitoraggio di tutti gli armamenti denominato “Reaching Critical Will” e dopo ciò la
partecipazione alla redazione del testo del Trattato
per la Proibizione delle Armi Nucleari, adottato dalle Nazioni Unite a New
York nel luglio 2017, con il voto di 122 Paesi membri ed entrato in vigore il
22 gennaio 2021 – senza alcuna eco nei media italiani – e ad ora ratificato da
55 Paesi.
Le quattro strategie
per la vivibilità, la sopravvivenza, la felicità sono: Il disarmo, che noi di Wilpf abbiamo fatto
includere tra le Azioni del IV° Piano italiano di attuazione della Risoluzione 1325 su “Donne, Pace,
Sicurezza”, monitorato dal Consiglio Interministeriale dei Diritti Umani del
Ministero degli Affari Esteri; la soluzione
negoziata delle controversie internazionali (nello spirito originario delle
Nazioni Unite); la parità uomo–donna e
bambini; il rapporto stretto con
gli animali, le piante e tutto l’ecosistema,
divulgato da una pedagogia specifica, per non avere più soggetti “minoritari”,
“inferiori” da sacrificare per il “bene” di altri in una crudele gerarchia (perché
tutto è degno di rispetto e inviolabile come espresso da donne ecopacifiste,
ecologiste, antispeciste sin dal 1700, fra le quali va inclusa Maria Montessori).
Ora abbiamo di fronte la COP 26, la conferenza sugli accordi
di Parigi il prossimo novembre a Glasgow, in Scozia. L’obiettivo di Wilpf e di
altre organizzazioni sarà quello di includere fra i fenomeni scatenanti
l’inquinamento ambientale e l’ecocidio, gli
effetti delle attività militari.
Verranno raccolti tutti i casi possibili e presentati alla pre-COP a Milano e
alla COP a Glasgow.
Contemporaneamente si sta costituendo un coordinamento antinucleare europeo e il 5 settembre una catena
umana protesterà contro il trasferimento nella base tedesca di Büchel delle
bombe nucleari B61-12, triste destino che coinvolge anche l’Italia che, in
violazione dell’articolo VI del Trattato di Non Proliferazione e della stessa
Costituzione, ha accolto bombe nucleari statunitensi, in ossequio
all’atlantismo. Ma i dati rivelano che le popolazioni sono contrarie alle armi
nucleari e favorevoli alla ratifica del Trattato di Proibizione. Questo è
l’obiettivo di International Campain Against Nuclear Weapons (ICAN), di cui in
Italia fanno parte diverse organizzazioni come Wilpf, Rete Disarmo, Senza atomica,
Medici per la prevenzione della guerra nucleare, Disarmisti esigenti, Peace
Link, Pax Christi, IALANA, Pressenza, Mayors
for Peace e condiviso da molte associazioni e reti, tra cui l’AWMR Italia Donne della Regione Mediterranea
e il Gruppo Pace, Disarmo Giustizia
Globale de La società della cura.
Questo movimento di opinione deve essere
reso edotto su quali sono le banche italiane che finanziano il nucleare. Un’ulteriore
iniziativa portata avanti da associazioni come “Weapon Watch” e il “Comitato
Danilo Dolci di Trieste” mira alla denuclearizzazione e neutralità dei porti
italiani, a partire da Trieste. È inoltre in atto la campagna “No First Use Global” per la prevenzione
della guerra nucleare e l’eliminazione delle armi cosiddette “da primo colpo”.
Noi di Wilpf vogliamo trattati che portino alla pace (vedi quello
per la Pace tra le due Coree) e non accordi e alleanze militari forieri di
conflitti e insicurezza umana; vogliamo l’empowerment
delle donne, il cui elettorato è prevalentemente pacifista, per far regredire
il trinomio Maschilismo – Militarismo - Ecocidio e chiediamo l’abolizione totale delle armi nucleari
partendo dalla ratifica del Trattato per
la Proibizione delle Armi Nucleari. L’Italia dovrebbe essere tra i Paesi
osservatori alla prima riunione degli Stati parte, che si terrà nel gennaio
2022 a Vienna ed essere tra i Paesi che coprono le spese dei Paesi vittime del
nucleare. Purtroppo c’è il rischio concreto di una concomitanza con la decima
revisione del Trattato di Non Proliferazione, che si svolgerà dal 4 al 28
gennaio 2022 a New York. Insieme a molte associazioni, riteniamo scellerato l’orientamento
a considerare il nucleare civile una
soluzione per la riconversione
energetica in Italia.
L’impegno di tutti e tutte per il cambiamento è quanto dobbiamo alle vittime di Hiroshima, Nagasaki e delle altre guerre, esercitazioni, attività con uso di armi nucleari.
Patrizia Sterpetti –Women’s International league for Peace and freedom, Italia
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