07/08/21

Mai più Hiroshima e Nagasaki 1945-2021

 


 Il 76° anniversario della tragedia di Hiroshima e Nagasaki commemorato a Roma, il 6 agosto a piazza del Pantheon. Il saluto di Patrizia Sterpetti di WILPF Italia: “Per ricordare con coerenza dobbiamo continuare a contrastare i due mali assoluti che furono alla base del disastro di Hiroshima e Nagasaki: la guerra e le armi nucleari!”.



Per ricordare con coerenza dobbiamo continuare a contrastare i due mali intrecciati, alla base del disastro di Hiroshima e Nagasaki: la guerra e le armi nucleari. Esattamente da 100 anni, nel suo terzo congresso, a Vienna nel 1921, l’organizzazione che rappresento, la Wilpf, adottò il Manifesto per il Disarmo totale, ispirato dalla tragedia della Prima Guerra Mondiale. Nel corso degli anni tutti i tipi di armamento sono stati problematizzati, in particolare prima le armi chimiche e biologiche, con un intervento che portò all’adozione del Protocollo contro le armi chimiche a Ginevra nel 1925, poi il nucleare. In occasione della Conferenza mondiale delle Donne a Beijing nel 1995 è stato sottolineato dalla Wilpf, la più antica associazione pacifista di donne, il connubio necessario tra Uguaglianza tra uomini e donne, Pace e Sviluppo. Per reagire all’impasse delle revisioni del Trattato di Non Proliferazione nel 1999, è nato il programma di monitoraggio di tutti gli armamenti denominato “Reaching Critical Will” e dopo ciò la partecipazione alla redazione del testo del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, adottato dalle Nazioni Unite a New York nel luglio 2017, con il voto di 122 Paesi membri ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021 – senza alcuna eco nei media italiani – e ad ora ratificato da 55 Paesi.

Le quattro strategie per la vivibilità, la sopravvivenza, la felicità sono: Il disarmo, che noi di Wilpf abbiamo fatto includere tra le Azioni del IV° Piano italiano di attuazione della Risoluzione 1325 su “Donne, Pace, Sicurezza”, monitorato dal Consiglio Interministeriale dei Diritti Umani del Ministero degli Affari Esteri; la soluzione negoziata delle controversie internazionali (nello spirito originario delle Nazioni Unite); la parità uomo–donna e bambini; il rapporto stretto con gli animali, le piante e tutto l’ecosistema, divulgato da una pedagogia specifica, per non avere più soggetti “minoritari”, “inferiori” da sacrificare per il “bene” di altri in una crudele gerarchia (perché tutto è degno di rispetto e inviolabile come espresso da donne ecopacifiste, ecologiste, antispeciste sin dal 1700, fra le quali va inclusa Maria Montessori).

Ora abbiamo di fronte la COP 26, la conferenza sugli accordi di Parigi il prossimo novembre a Glasgow, in Scozia. L’obiettivo di Wilpf e di altre organizzazioni sarà quello di includere fra i fenomeni scatenanti l’inquinamento ambientale e l’ecocidio, gli effetti delle attività militari. Verranno raccolti tutti i casi possibili e presentati alla pre-COP a Milano e alla COP a Glasgow.

Contemporaneamente si sta costituendo un coordinamento antinucleare europeo e il 5 settembre una catena umana protesterà contro il trasferimento nella base tedesca di Büchel delle bombe nucleari B61-12, triste destino che coinvolge anche l’Italia che, in violazione dell’articolo VI del Trattato di Non Proliferazione e della stessa Costituzione, ha accolto bombe nucleari statunitensi, in ossequio all’atlantismo. Ma i dati rivelano che le popolazioni sono contrarie alle armi nucleari e favorevoli alla ratifica del Trattato di Proibizione. Questo è l’obiettivo di International Campain Against Nuclear Weapons (ICAN), di cui in Italia fanno parte diverse organizzazioni come Wilpf, Rete Disarmo, Senza atomica, Medici per la prevenzione della guerra nucleare, Disarmisti esigenti, Peace Link, Pax Christi, IALANA, Pressenza, Mayors for Peace e condiviso da molte associazioni e reti, tra cui l’AWMR Italia Donne della Regione Mediterranea e il Gruppo Pace, Disarmo Giustizia Globale de La società della cura.  Questo movimento di opinione deve essere reso edotto su quali sono le banche italiane che finanziano il nucleare. Un’ulteriore iniziativa portata avanti da associazioni come “Weapon Watch” e il “Comitato Danilo Dolci di Trieste” mira alla denuclearizzazione e neutralità dei porti italiani, a partire da Trieste. È inoltre in atto la campagna “No First Use Global” per la prevenzione della guerra nucleare e l’eliminazione delle armi cosiddette “da primo colpo”.

Noi di Wilpf vogliamo trattati che portino alla pace (vedi quello per la Pace tra le due Coree) e non accordi e alleanze militari forieri di conflitti e insicurezza umana; vogliamo l’empowerment delle donne, il cui elettorato è prevalentemente pacifista, per far regredire il trinomio Maschilismo – Militarismo - Ecocidio e chiediamo l’abolizione totale delle armi nucleari partendo dalla ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari. L’Italia dovrebbe essere tra i Paesi osservatori alla prima riunione degli Stati parte, che si terrà nel gennaio 2022 a Vienna ed essere tra i Paesi che coprono le spese dei Paesi vittime del nucleare. Purtroppo c’è il rischio concreto di una concomitanza con la decima revisione del Trattato di Non Proliferazione, che si svolgerà dal 4 al 28 gennaio 2022 a New York. Insieme a molte associazioni, riteniamo scellerato l’orientamento a considerare il nucleare civile una soluzione per la riconversione energetica in Italia.

 L’impegno di tutti e tutte per il cambiamento è quanto dobbiamo alle vittime di Hiroshima, Nagasaki e delle altre guerre, esercitazioni, attività con uso di armi nucleari. 

Patrizia SterpettiWomen’s International league for Peace and freedom, Italia

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