Quell’ombra scura che si profila all'orizzonte, umanamente, economicamente e socialmente, richiede una risposta vigorosa prima che sia troppo tardi
Nel 2002, il profilo di una grave crisi iniziò a prendere
forma nei maggiori paesi capitalisti, in particolare negli Stati Uniti.
Normale
conseguenza delle politiche neoliberiste sviluppate negli anni ottanta del
ventesimo secolo dal duo Ronald Reagan - Margaret Thatcher, approfittando del
revisionismo di destra attuato da Gorbaciov nell'ex Unione Sovietica, quella
nuova crisi capitalistica presto esplose, nel 2008, lasciando le sue impronte
oscure sulla vita di decine di milioni di lavoratori che andarono a ingrossare
le file dei disoccupati, oltre due miliardi di esseri umani classificati sotto
la soglia della nera povertà ... tutto ciò fu accompagnato dal "furto del
secolo" che i regimi capitalisti commisero rubando i soldi dei piccoli e
medi risparmiatori per darli a banche e grandi società finanziarie, consentendo
loro di rafforzare la loro presa sulle ricchezze che cela la terra e,
soprattutto, sulla vita degli esseri umani.
Allo stesso tempo, bisogna dire che l'indebolimento delle
forze del cambiamento a livello internazionale, a seguito della caduta del muro
di Berlino e dell'implosione dell'Unione Sovietica (1990), ha reso il compito del
capitalismo più semplice, consentendogli di realizzare i suoi nuovi piani
aggressivi, a iniziare dal ritorno alla corsa agli armamenti e all'organizzazione
delle cosiddette guerre preventive, in particolare in Medio Oriente.
Inoltre si
è assistito a colpi di stato, specialmente in America Latina e nei paesi ex socialisti
dell'Europa orientale, e soprattutto alla creazione di nuove organizzazioni
terroristiche, supportate in alcuni casi dallo sciovinismo religioso e
confessionale e in altri dall’inasprimento di odi tribali ed etnici. Questo, sul
piano della politica internazionale.
Per quanto riguarda l'economia e il
sociale, e come conseguenza dell'indebolimento del movimento operaio e
dell’andata al potere dei partiti socialdemocratici, in particolare all'interno
dell'Unione Europea, le forze del capitale, e più precisamente l'oligarchia
finanziaria, sono state in grado di smantellare le forze produttive e con esse
una parte significativa delle conquiste che queste forze avevano potuto
conseguire durante la seconda metà del XX secolo, in particolare nel campo delle
prestazioni sociali e dei servizi forniti dal settore pubblico (una parte dei
quali è stata privatizzata in seguito).
Tra queste conquiste smantellate durante i primi due decenni
del 21° secolo, i servizi sanitari, di urgenza e altri... I governi capitalisti
hanno condotto vere guerre ad oltranza contro questi importanti servizi,
specialmente per coloro che sono in fondo alla scala sociale. Ad esempio, negli
Stati Uniti, il primo governo Obama ha dovuto affrontare un duro scontro per
estendere i servizi di sicurezza sociale; infine, è stato costretto a cedere ai
diktat e agli interessi delle compagnie assicurative. Quanto alle grandi
potenze dell'Unione Europea, anch’esse hanno soppresso un gran numero di conquiste
sociali e stanno gradualmente distruggendo il ruolo degli ospedali pubblici ...
Lo stesso vale nel nostro paese, dove il Fondo nazionale di
sicurezza sociale e gli ospedali
pubblici hanno subito l’assalto del settore privato, che aveva e ha ancora
il sostegno del governo e che ha inghiottito quasi tutto il budget assegnato al
Ministero della sanità libanese. Infatti, già un mese prima della diffusione
del Covid 19, gli scioperi del personale medico e infermieristico un po’
dappertutto nel mondo avevano espresso la gravità della situazione in questo
settore essenziale.
Questi attacchi al diritto d’accesso delle popolazioni ai
servizi medici e sanitari hanno lasciato la loro impronta negativa diretta in
quasi tutti gli stati del pianeta, ad eccezione di Cuba e, in una certa misura,
della Cina. Perché il governo cubano, nonostante le difficoltà create dall’embargo
degli Stati Uniti, ha continuato ad assumersi le sue responsabilità in questo
settore, sottolineando l'importanza fondamentale della salute e della sopravvivenza
della specie umana, a differenza dei regimi capitalisti per i quali la vita
umana ha valore solo in funzione del denaro, quel denaro che apre tutte le
strade, compresa quella di essere in grado di ottenere i farmaci necessari per
la sopravvivenza.
La conclusione che possiamo trarre da questa analisi è che il
capitalismo, mentre cercava di porre fine al principio della sicurezza sociale,
ha messo fine al ruolo dello Stato nella preservazione delle popolazioni dalle
epidemie. La salute, divenuta una merce, era soggetta alla legge della domanda
e dell'offerta e il capitale trionfante poteva impunemente orientare la ricerca
nella direzione dei suoi interessi e imporre profitti esorbitanti su nuove scoperte
nel campo dei medicinali.
Ecco perché non siamo rimasti sorpresi dal panico e l’impreparazione
dei governi nei confronti di Covid 19, né dai tentativi di incolpare della
diffusione di questo virus la Repubblica popolare cinese, accusata di aver manipolato i geni per
mettere le mani sull'economia mondiale ... né, soprattutto, dalla carenza di
maschere e guanti protettivi, poiché le fabbriche che li producevano avevano da
tempo chiuso e licenziato centinaia di migliaia di lavoratori, con il pretesto
che la produzione di questi prodotti in Cina o in India aveva il vantaggio di
aumentare i profitti e allontanare lo spettro delle lotte di classe.
L'osservazione che la crisi sistemica del capitalismo,
scoppiata nel 2008, è diventata sempre più difficile da risolvere, data
l'inflazione al galoppo per dodici anni e l'incapacità del sistema capitalista
di risolverla, ci porta a prevedere che ciò che attende il pianeta dopo la fase
del confinamento sociale sarà una depressione non meno virulenta di quella
del 1929, tanto per lo spaventoso aumento del numero di disoccupati (si parla
di un miliardo) quanto per il rallentamento dell'economia mondiale e le falle
scoperte nella struttura di questa economia.
Questa ombra scura che si profila all'orizzonte, sia
umanamente che economicamente e socialmente, richiede una risposta vigorosa
prima che sia troppo tardi.
Le forze del cambiamento a livello internazionale sono
chiamate a trascendere le loro divisioni per unirsi in un programma molto
chiaro e ben definito. Un programma che impedirà, in primo luogo, al
capitalismo di scaricare gli effetti della sua crisi sulla classe operaia internazionale
e sui popoli della Terra. Un programma che garantirà a tutti gli esseri umani,
senza eccezioni, la possibilità di proteggersi da tutti i tipi di malattie e pandemie
e di avere accesso all'assistenza sanitaria, ai vaccini e ai medicinali di cui
avranno bisogno.
E se centinaia di partiti politici (incluso il Forum della Sinistra Araba) si incontreranno in una dichiarazione congiunta volta a
garantire la vita umana sulla Terra, questa dichiarazione dovrà essere
trasformata in un programma comune, non solo economico e sociale, ma anche e soprattutto
politico e ideologico al fine di creare un nuovo ordine internazionale basato
sulle lotte del proletariato internazionale, al fine di porre fine allo
sfruttamento e garantire la realizzazione dello slogan degli umanisti di ogni
tempo:
«A ciascuno secondo i
suoi bisogni; da ciascuno secondo le sue capacità».
Beirut, 14 aprile 2020
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