24/04/20

LIBANO / Emergenza Covid-19 ultima manifestazione della crisi sistemica del capitalismo



Quell’ombra scura che si profila all'orizzonte, umanamente, economicamente e socialmente, richiede una risposta vigorosa prima che sia troppo tardi





Nel 2002, il profilo di una grave crisi iniziò a prendere forma nei maggiori paesi capitalisti, in particolare negli Stati Uniti. 
Normale conseguenza delle politiche neoliberiste sviluppate negli anni ottanta del ventesimo secolo dal duo Ronald Reagan - Margaret Thatcher, approfittando del revisionismo di destra attuato da Gorbaciov nell'ex Unione Sovietica, quella nuova crisi capitalistica presto esplose, nel 2008, lasciando le sue impronte oscure sulla vita di decine di milioni di lavoratori che andarono a ingrossare le file dei disoccupati, oltre due miliardi di esseri umani classificati sotto la soglia della nera povertà ... tutto ciò fu accompagnato dal "furto del secolo" che i regimi capitalisti commisero rubando i soldi dei piccoli e medi risparmiatori per darli a banche e grandi società finanziarie, consentendo loro di rafforzare la loro presa sulle ricchezze che cela la terra e, soprattutto, sulla vita degli esseri umani.

Allo stesso tempo, bisogna dire che l'indebolimento delle forze del cambiamento a livello internazionale, a seguito della caduta del muro di Berlino e dell'implosione dell'Unione Sovietica (1990), ha reso il compito del capitalismo più semplice, consentendogli di realizzare i suoi nuovi piani aggressivi, a iniziare dal ritorno alla corsa agli armamenti e all'organizzazione delle cosiddette guerre preventive, in particolare in Medio Oriente. 

Inoltre si è assistito a colpi di stato, specialmente in America Latina e nei paesi ex socialisti dell'Europa orientale, e soprattutto alla creazione di nuove organizzazioni terroristiche, supportate in alcuni casi dallo sciovinismo religioso e confessionale e in altri dall’inasprimento di odi tribali ed etnici. Questo, sul piano della politica internazionale. 

Per quanto riguarda l'economia e il sociale, e come conseguenza dell'indebolimento del movimento operaio e dell’andata al potere dei partiti socialdemocratici, in particolare all'interno dell'Unione Europea, le forze del capitale, e più precisamente l'oligarchia finanziaria, sono state in grado di smantellare le forze produttive e con esse una parte significativa delle conquiste che queste forze avevano potuto conseguire durante la seconda metà del XX secolo, in particolare nel campo delle prestazioni sociali e dei servizi forniti dal settore pubblico (una parte dei quali è stata privatizzata in seguito).
Tra queste conquiste smantellate durante i primi due decenni del 21° secolo, i servizi sanitari, di urgenza e altri... I governi capitalisti hanno condotto vere guerre ad oltranza contro questi importanti servizi, specialmente per coloro che sono in fondo alla scala sociale. Ad esempio, negli Stati Uniti, il primo governo Obama ha dovuto affrontare un duro scontro per estendere i servizi di sicurezza sociale; infine, è stato costretto a cedere ai diktat e agli interessi delle compagnie assicurative. Quanto alle grandi potenze dell'Unione Europea, anch’esse hanno soppresso un gran numero di conquiste sociali e stanno gradualmente distruggendo il ruolo degli ospedali pubblici ...

Lo stesso vale nel nostro paese, dove il Fondo nazionale di sicurezza sociale e gli ospedali pubblici hanno subito l’assalto del settore privato, che aveva e ha ancora il sostegno del governo e che ha inghiottito quasi tutto il budget assegnato al Ministero della sanità libanese. Infatti, già un mese prima della diffusione del Covid 19, gli scioperi del personale medico e infermieristico un po’ dappertutto nel mondo avevano espresso la gravità della situazione in questo settore essenziale.

Questi attacchi al diritto d’accesso delle popolazioni ai servizi medici e sanitari hanno lasciato la loro impronta negativa diretta in quasi tutti gli stati del pianeta, ad eccezione di Cuba e, in una certa misura, della Cina. Perché il governo cubano, nonostante le difficoltà create dall’embargo degli Stati Uniti, ha continuato ad assumersi le sue responsabilità in questo settore, sottolineando l'importanza fondamentale della salute e della sopravvivenza della specie umana, a differenza dei regimi capitalisti per i quali la vita umana ha valore solo in funzione del denaro, quel denaro che apre tutte le strade, compresa quella di essere in grado di ottenere i farmaci necessari per la sopravvivenza.

La conclusione che possiamo trarre da questa analisi è che il capitalismo, mentre cercava di porre fine al principio della sicurezza sociale, ha messo fine al ruolo dello Stato nella preservazione delle popolazioni dalle epidemie. La salute, divenuta una merce, era soggetta alla legge della domanda e dell'offerta e il capitale trionfante poteva impunemente orientare la ricerca nella direzione dei suoi interessi e imporre profitti esorbitanti su nuove scoperte nel campo dei medicinali.

Ecco perché non siamo rimasti sorpresi dal panico e l’impreparazione dei governi nei confronti di Covid 19, né dai tentativi di incolpare della diffusione di questo virus la Repubblica popolare cinese, accusata di aver manipolato i geni per mettere le mani sull'economia mondiale ... né, soprattutto, dalla carenza di maschere e guanti protettivi, poiché le fabbriche che li producevano avevano da tempo chiuso e licenziato centinaia di migliaia di lavoratori, con il pretesto che la produzione di questi prodotti in Cina o in India aveva il vantaggio di aumentare i profitti e allontanare lo spettro delle lotte di classe.

L'osservazione che la crisi sistemica del capitalismo, scoppiata nel 2008, è diventata sempre più difficile da risolvere, data l'inflazione al galoppo per dodici anni e l'incapacità del sistema capitalista di risolverla, ci porta a prevedere che ciò che attende il pianeta dopo la fase del confinamento sociale sarà una depressione non meno virulenta di quella del 1929, tanto per lo spaventoso aumento del numero di disoccupati (si parla di un miliardo) quanto per il rallentamento dell'economia mondiale e le falle scoperte nella struttura di questa economia.

Questa ombra scura che si profila all'orizzonte, sia umanamente che economicamente e socialmente, richiede una risposta vigorosa prima che sia troppo tardi.
Le forze del cambiamento a livello internazionale sono chiamate a trascendere le loro divisioni per unirsi in un programma molto chiaro e ben definito. Un programma che impedirà, in primo luogo, al capitalismo di scaricare gli effetti della sua crisi sulla classe operaia internazionale e sui popoli della Terra. Un programma che garantirà a tutti gli esseri umani, senza eccezioni, la possibilità di proteggersi da tutti i tipi di malattie e pandemie e di avere accesso all'assistenza sanitaria, ai vaccini e ai medicinali di cui avranno bisogno.

E se centinaia di partiti politici (incluso il Forum della Sinistra Araba) si incontreranno in una dichiarazione congiunta volta a garantire la vita umana sulla Terra, questa dichiarazione dovrà essere trasformata in un programma comune, non solo economico e sociale, ma anche e soprattutto politico e ideologico al fine di creare un nuovo ordine internazionale basato sulle lotte del proletariato internazionale, al fine di porre fine allo sfruttamento e garantire la realizzazione dello slogan degli umanisti di ogni tempo:
«A ciascuno secondo i suoi bisogni; da ciascuno secondo le sue capacità».

Beirut, 14 aprile 2020



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