Saluto di Maura Cossutta, presidente della Casainternazionale delle donne di Roma, a Marisa Rodano (Chiesa di San Giovanni a
Porta Latina – 4 dicembre 2023)
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Marisa Cinciari Rodano - Foto ANPC Nazionale |
Carissima Marisa, ti porto l’abbraccio di tutte le
donne della Casa Internazionale delle donne, delle tue amiche, delle compagne che
ti hanno conosciuto e che ti hanno tanto amato.
Ti abbiamo festeggiato proprio nella Casa per i tuoi
100 anni, con tanti ricordi, con le tue interviste, con il corto bellissimo
realizzato da Noi Donne, dove, con il
tuo sorriso dolce e con il tuo modo di parlare calmo e sereno, ci hai raccontato
la tua vita. Una vita straordinaria. Sei stata protagonista delle lotte per i
diritti e per le libertà delle donne e sei stata protagonista della storia
della nostra Repubblica, democratica e antifascista.
Democratica proprio perché antifascista.
E tu la scelta antifascista l’hai fatta.
Istintivamente, fin da bambina, quando mal sopportavi i privilegi di una
famiglia borghese, e poi da ragazza quando ti sentivi a disagio nelle adunate
vestita con la divisa dei Giovani Balilla. Ma l’hai fatta poi consapevolmente,
al liceo, grazie all’incontro con insegnanti antifascisti. Ed è stato così per
tanti altri giovani, come mio padre, che divenne proprio al liceo un giovane
antifascista. Una scelta di vita definitiva, dall’impegno attivo nella
Resistenza come staffetta, fino alla clandestinità.
È stata una
scelta di libertà - la tua - per la libertà di tutti. Ma anche scelta di coraggio,
di rottura con la tua famiglia, che tu hai raccontato in modo semplice, senza
enfasi: «Per me - hai detto - è stato normale perché era giusto».
Questa tensione ideale non l’hai mai perduta ed è
diventata passione per la politica, sempre intesa come politica alta, strumento
per cambiare il mondo.
Ci hai raccontato le tue esperienze, quelle che hanno
lasciato il segno nella tua vita, penso al carcere e all’incontro con le
carcerate - “quasi tutte colpevoli di aver abortito”, ai Gruppi di Difesa della
Donna e poi all’UDI, che hai fondato (ed è tua l’invenzione della mimosa come
simbolo della Giornata Internazionale della donna, per il primo 8 marzo dopo la
Liberazione). E poi nelle istituzioni (sei stata la prima vicepresidente della
Camera, senatrice, europarlamentare) e sempre nel movimento delle donne, di cui
hai seguito tutti i passaggi, dalle battaglie per la parità, per
l’emancipazione e poi per la liberazione delle donne.
Quindi donna partigiana, donna della Resistenza, donna
della Repubblica, donna delle istituzioni e del movimento.
Donna del Novecento, che hai attraversato con i suoi
orrori e con le sue straordinarietà, prima fra tutte la rivoluzione delle
donne, con tutte le sue conquiste, dal diritto di voto alla democrazia
paritaria, che le femministe chiamano democrazia sessuata.
Donna del Novecento, ma anche contemporanea, che ha
sempre mantenuto lo sguardo sul mondo. Ieri, per la difesa dei diritti delle
donne africane, nella Conferenza di Nairobi e poi di Pechino, per la difesa del
popolo Sahrawi. E oggi, contro tutte le guerre, per la pace.
Cattolica “ma molto di sinistra” - ti definivi così -
hai contribuito a costruire il Partito Comunista Italiano, insieme a tante
donne con cui sei sempre rimasta in contatto. Sempre con spirito unitario,
aperto, sottolineando le diversità ma mai “contro”. Sempre vicino alle donne,
senza giudizio, senza pregiudizio (qualità preziosa quanto rara).
Cattolica, madre di 5 figli, hai fatto la battaglia
per il divorzio e per l’aborto, sempre denunciando il dominio della cultura e
dell’organizzazione sociale patriarcale. Alle ragazze ti sei sempre rivolta
dicendo loro di non chiudersi nel privato, di non pensare solo alla famiglia,
ma di tenere stretti i loro sogni.
Oggi eri preoccupata, molto preoccupata. Per la
perdita della memoria, delle ragioni stesse alla base della nostra democrazia;
per il fascismo e il nazismo dentro i confini dell’Europa; per l’arretramento
delle condizioni di vita delle donne; per i venti di guerra.
Allora, carissima Marisa, noi ci impegniamo a
rispettare questa storia, ed a seguire il tuo esempio, perché ci hai insegnato
che per tutti, ma soprattutto per noi donne, la difesa della democrazia e la
speranza del cambiamento ha bisogno di ognuno e ognuna di noi.
Grazie Marisa, sarai sempre una di noi.