05/03/21

OTTOMARZO 2021 / Donne progressiste di Turchia / Lottare per un sistema sociale egualitario, per una nuova repubblica!


İLERİCİ KADINLAR DERNEĞİ (IKD)

ASSOCIAZIONE DI DONNE PROGRESSISTE (TURCHIA)


Con la pandemia di COVID-19, che colpisce il mondo intero dal 2020, siamo poste ancora una volta di fronte alla realtà che il capitalismo non offre alcuna prospettiva futura all'umanità. La pandemia ha ulteriormente aggravato le disuguaglianze esistenti. Infatti, mentre la classe capitalista ha aumentato i propri profitti, la classe lavoratrice si trova a lottare contro la disoccupazione e la povertà.


Durante questo periodo di sfruttamento intensificato, la pandemia è diventata una scusa per attaccare i diritti acquisiti dai ceti popolari. La pandemia che ha acuito la gravità della crisi economica, contrariamente alle dichiarazioni di "economia forte" del governo, ha indotto milioni di lavoratori a scegliere tra il contagio e la fame. Le ferie non pagate e il lavoro a tempo ridotto hanno causato un'enorme crescita della disoccupazione, mentre il lavoro flessibile, informale e precario è diventato modalità comune di occupazione.

Le più colpite da questo corso sono state ancora una volta le donne, considerate dal capitalismo come manodopera a basso costo. Il tasso di occupazione femminile, già basso prima della pandemia nel nostro Paese, è ulteriormente diminuito, mentre è aumentato in modo esponenziale il lavoro informale e precario per le lavoratrici. La sospensione dell'istruzione, la formazione a distanza, l'assistenza all'infanzia, l'assistenza ai malati e agli anziani, le difficoltà nell'accesso ai servizi sanitari e la necessità di maggiore igiene e alimentazione più sana hanno aumentato il carico domestico delle donne.

Inoltre, milioni di donne considerate casalinghe e non incluse nelle statistiche della forza lavoro, dipendenti dal reddito di altri membri della famiglia per la sopravvivenza, attualmente si trovano ad affrontare la povertà. Le proclamazioni di "economia forte" così come la propaganda del "porre fine alla povertà" da parte del governo non sono altro che parole. Mentre enormi fondi vengono trasferiti alla classe capitalistica attraverso misure e pacchetti di incentivi durante la pandemia, il salario minimo stabilito per la classe lavoratrice è da fame. Di fatto la maggior parte delle donne è costretta a lavorare anche per meno del salario minimo.

Nel nostro paese, Insieme al crescente sfruttamento, le politiche reazionarie opprimono le classi lavoratrici, principalmente le donne. Le autorità continuano a predicare la pazienza e l'accettazione del destino di fronte alla povertà. Il governo, in ogni occasione, dichiara che l'uguaglianza tra donne e uomini è contro natura, mentre definisce le donne unicamente con ruoli domestici e pretende di riformare la società su riferimenti religiosi. L’introduzione di elementi reazionari in ogni fase dell'istruzione, la promozione di discussioni su progetti di coeducazione e università femminili, nonché l'attuazione della separazione della vita sociale per donne e uomini sono gli indizi della "nuova società" che s’intende costruire. In questa "Nuova Turchia" del governo, dove la laicità è de facto liquidata, le comunità religiose e le sette sono inserite ad ogni livello statale e la Direzione degli affari religiosi agisce come ministero delle ideologie e predica su ogni questione, le donne sono subordinate, soggette alla violenza e al femminicidio.

Laddove la violenza contro le donne e il femminicidio sono in aumento, usare la Convenzione di Istanbul come mezzo di scambio elettorale è la dimostrazione della natura reazionaria sia del governo che della cosiddetta opposizione, a cui siamo soggetti. Inoltre, il governo che mira a sancire la "Nuova Turchia" disponendo l'agenda della "Nuova Costituzione", intende distruggere anche le briciole della Repubblica del 1923, principalmente il principio di laicità, che di fatto rimane solo sulla carta

Questo sistema che non consente il diritto alla vita alle donne, dove i lavoratori sono venduti al capitale internazionale come manodopera a basso costo, dove lo sfruttamento, la povertà e la disoccupazione sono considerati come un destino, dove la laicità è liquidata e il contro riformismo religioso è diventata l'ideologia prevalente, dove ogni giorno donne e bambini affrontano sempre più violenze e abusi, devono cambiare. La società del futuro egualitaria, libera e illuminata sarà costruita solo attraverso la lotta della classe lavoratrice, delle donne e dei giovani.

L'eredità socialista e operaia che ha combattuto contro il capitalismo per cambiare il sistema vive nella forte e reale volontà su cui si fonda l'8 marzo. Questo fatto storico deve essere sottolineato oggi più fortemente che mai dalle donne socialiste.

La conoscenza della storia ci dice che la condizione per la liberazione delle donne è la liberazione sociale di tutti che si realizza attraverso la prospettiva socialista di un nuovo sistema sociale che cambi i rapporti di produzione e distribuzione.

La Giornata internazionale della donna lavoratrice, attualmente "celebrata" fuori contesto, vulnerabile alle manipolazioni ideologiche liberali e reazionarie della borghesia, appartiene infatti alla classe operaia e deve ritornare ad essa!

L'8 marzo, Giornata internazionale della donna lavoratrice è un momento importante per noi donne lavoratrici e per la classe operaia. Questa storia è un'eredità significativa della lotta delle donne lavoratrici da oltre un secolo e va portata avanti. Sulla base di questa eredità, è essenziale per noi promuovere la lotta contro lo sfruttamento, la reazione e la discriminazione di genere, per un sistema sociale egualitario, libero e laico, una nuova repubblica.

L'8 marzo, chiamiamo tutte le forze progressiste, rivoluzionarie, di sinistra e socialiste e le organizzazioni femminili a riunirsi per promuovere la solidarietà e la lotta per un sistema sociale egualitario e una nuova repubblica, opponendo alla nuova costituzione del governo quella della classe lavoratrice, lottando insieme contro la crisi, lo sfruttamento e la disoccupazione che sono diventati ulteriormente visibili e brutali con la pandemia, alzando la nostra voce comune contro le politiche reazionarie che comprimono i diritti delle donne.

Un sistema sociale egualitario, una vita umana è possibile.


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