Da Cuba, ricordando il nostro José Martí che diceva "Patria è l'umanità", salutiamo
questa opportunità d’incontrarci e riflettere sulla situazione che stiamo
vivendo oggi, nonché di concepire azioni comuni alla ricerca di un mondo dove poter
globalizzare la pace e la solidarietà.
Stiamo assistendo a una nuova ricomposizione
geopolitica mondiale in uno scenario di gravi minacce alla pace, una crescente
corsa agli armamenti, la riproposizione della guerra fredda e l’acuirsi delle
contraddizioni tra i principali poli del potere.
La crisi sistemica e multidimensionale su scala
globale, aggravata dall'impatto della pandemia di COVID-19, con le sue ondate
cicliche di contagio, è proseguita, aggravando gli squilibri strutturali, le
iniquità e le disuguaglianze che il capitalismo neoliberista ha imposto all'umanità.
La crisi economica, sociale e finanziaria che colpisce
particolarmente le maggioranze espropriate, è riprodotta ed esacerbata dal
grave deterioramento ecologico, dall'aumento dei flussi migratori
incontrollati, dal terrorismo internazionale e dall'inasprimento dei conflitti
regionali e internazionali.
In America Latina e nei Caraibi si è intensificata l'offensiva imperiale della destra e della
estrema destra contro i movimenti progressisti e di sinistra, portando ingovernabilità,
instabilità politica e disordini sociali.
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Da ds. Ada Donno (Italia), Nirva Camacho (Venezuela), Lorena Peña presidente FDIM, Cristina Simò (Spagna), Regina Marques (Portogallo), Alicia Campos Perez (Cuba) |
Nonostante i pervicaci tentativi dell'impero e dei
suoi alleati nella regione e nel mondo, e malgrado il disfattismo che essi
riescono a imporre in molti circoli politici e intellettuali, la Rivoluzione
Bolivariana in Venezuela e la rivoluzione democratica e culturale in Bolivia
resistono e combattono con dignità; in Nicaragua, il processo sandinista
resiste alla prolungata aggressione nordamericana e alla controrivoluzione
interna; e la Rivoluzione Cubana continua il suo corso indefettibile e
determinato verso il socialismo.
In questo quadro di lotte per preservare le suddette
esperienze di governo di sinistra, progressista e antimperialista, diventa un imperativo politico articolare
l'unità e la solidarietà più solida, coerente e sistematica con ciascuna di
esse. L'imperialismo e i suoi alleati cercano di ottenere esattamente
l'opposto. Ci sono abbastanza esempi nella storia dell'America Latina e dei
Caraibi che dimostrano che quando c'è unità, leadership politica determinata e capace,
obiettivi chiari di lotta e forza morale, si moltiplicano le opzioni per
contenere qualsiasi offensiva controrivoluzionaria e, ancor più, per batterla.
Le nuove politiche interventiste oggi non si preoccupano
di presentare argomentazioni o pretesti convincenti. Non esitano a utilizzare
la cinica e aperta dichiarazione di minacce basate su pressioni di ogni tipo e
sull'uso della forza -compresa quella militare- insieme alla reiterazione di
menzogne e calunnie, come supporti ideologici di una strategia
destabilizzante, con l'appoggio degli sviluppi tecnologici e informatici. Le
azioni sovversive contro la società civile latinoamericana vengono riprese con
nuovi format, incentrati sui loro livelli di base, comunitari e territoriali; ancora
una volta, si fa appello alla diplomazia pubblica e alla risignificazione di
concetti come transizione democratica, cambio di regime e Stati falliti per
legittimare l'ingerenza imperiale e la restaurazione neoliberista.
In questo contesto politico, nella nostra regione e
nel mondo è sopraggiunta la terribile pandemia che ha mietuto troppe vittime e
lasciato un segno profondo sulla salute fisica e psicologica degli individui e
delle famiglie, lasciando il mondo in una profonda crisi economica.
La mancanza di volontà politica e l'incapacità di
molti governi di agire secondo gli obblighi che derivano dalla loro
responsabilità storica e dalla loro posizione attuale, continua a riflettersi
nella pratica quotidiana, cosa che si evidenzia nell'aumento della povertà,
della fame, della malnutrizione, disoccupazione, disuguaglianza e precarietà,
il tutto aggravato dalle conseguenze dell'attuale crisi mondiale.
Dal punto di vista economico, la nostra regione non
sembra essere la più colpita dalla crisi, ma nonostante i dati a livello macro
rivelino una situazione di migliore condizione e funzionamento delle dinamiche
economiche rispetto ad altre aree, continua ad essere quella con la maggiore
iniquità, quella con la maggiore polarizzazione dell'appropriazione della
ricchezza e della distribuzione del reddito.
Nella nostra regione la femminilizzazione della povertà diventa ogni giorno più visibile,
le donne e le ragazze sono le più colpite dalla crisi, dalla pandemia, dalle
guerre, dalle sparizioni forzate, dalle migrazioni, dalla tratta di esseri
umani, dalla violenza di genere e intrafamiliare, dai femmicidi e femminicidi,
e il godimento e il rispetto dei loro diritti umani.
Nel 2021 il tasso di partecipazione femminile
all'occupazione era del 49,7% mentre quello maschile del 71,5%. C'è stato un
forte rallentamento. Molte donne che hanno bisogno e vogliono lavorare non sono
state in grado di farlo a causa del carico di mansioni di assistenza
domiciliare (11,8%).
In America Latina, il tempo delle donne dedicato al
lavoro domestico non retribuito rappresenta il 73% e quello degli uomini il
27%. Per le donne che lavorano nel settore formale dell'economia, le
responsabilità lavorative, attraverso la modalità del "telelavoro",
si aggiungono alla vita quotidiana come nuova forma di sfruttamento del modello
neoliberista. Più del 50% delle donne in età produttiva, invece, lavora in modo
informale, quasi il 40% è impiegata nel settore dei beni e servizi, del
commercio, della ristorazione, del lavoro domestico, settori più colpiti dalla
crisi economica per gli effetti del coronavirus.
In questo contesto politico, le donne si battono anche
per il riconoscimento dei loro diritti umani e contro la disuguaglianza di
genere, che sta aumentando a causa dell'impatto delle politiche neoliberiste.
In questo modo, in questo movimento sociale ampio,
diversificato, attivo e in crescita, le donne costituiscono una forza
fondamentale e la lotta al patriarcato è
uno dei suoi assi principali, insieme all'antimperialismo e
all'antineoliberismo.