Awmr Italia ha aderito all'appello.
https://societadellacura.blogspot.com/2021/11/appello-per-una-stagione-di.html
Ci avevano
detto che niente sarebbe stato più come prima, ma la pandemia non sembra aver
insegnato nulla ai “potenti della terra”, ai governi, ai banchieri, ai grandi gruppi
industriali e finanziari.
L’ambiente e
i beni comuni continuano ad essere terreno di sfruttamento; le grandi imprese
continuano a delocalizzare le produzioni, precarizzare il lavoro ed evadere le
imposte; i diritti delle persone, a partire dalle più vulnerabili, continuano
ad essere calpestati.
I negoziati
internazionali tra i governi (G20, Cop 26 etc.) si chiudono senza decisioni per
non cambiare nulla e intanto i paesi poveri rimangono senza vaccini né cure
sanitarie; aumentano i conflitti armati scatenati per l’accaparramento delle
materie prime, dell’acqua e dei suoli fertili; enormi territori diventano
inabitabili a causa del surriscaldamento del pianeta, generando imponenti
flussi migratori e mettendo a rischio numerose specie animali e vegetali; chi
vive del proprio lavoro perde diritti e dignità anche nei paesi ricchi; le giovani
generazioni vengono condannate alla precarietà.
L'Unione
Europea e altri Paesi continuano ad opporsi alla sospensione dei brevetti sui
vaccini in vista della riunione della WTO a fine novembre, quando tenteranno di
forzare le regole per svendere agricoltura e servizi e silenziare i Paesi più poveri
e quelli non allineati.
Nel
frattempo, al confine fra Bielorussia e Polonia si consuma un’ennesima tragedia
della migrazione e della Fortezza Europa, in Libia continuano le violenze e le
torture, e le relazioni fra le potenze continuano a produrre riarmo, nuovi conflitti
e nuova guerra fredda.
A livello
nazionale, l'indirizzo del governo Draghi, fra legge di bilancio, manovra
fiscale, legge sulla concorrenza, sblocco dei licenziamenti e degli sfratti,
restrizione della libertà di manifestare e altri provvedimenti, propone una
prospettiva feroce sul versante sociale, ecologico, del lavoro.
Dopo averci
detto per decenni che le risorse per dare risposte ai bisogni fondamentali
delle persone non c'erano e aver giustificato su questa base sacrifici,
compressione dei diritti e demolizione del welfare, oggi i soldi
improvvisamente li trovano, ma, in attesa di farli ripagare a noi ripristinando
l'austerità, li investono interamente a favore dei ricchi e delle grandi
imprese, senza nessuna attenzione alla giustizia sociale e alla transizione
ecologica.
Destinano
oltre 100 miliardi alle imprese senza richiedere alcuna condizione relativa
alla sicurezza sul lavoro, alla tutela sociale e ambientale e senza mettere
alcun argine alle delocalizzazioni, e intanto sbloccano i licenziamenti,
generalizzano la precarietà ed evitano ogni possibile grande piano per creare
posti di lavoro stabili e utili dal punto di vista sociale e ambientale.
Finanziano i
settori dell'agro-business e i grandi produttori e intanto lasciano morire
decine di migliaia di piccole aziende agricole e non incentivano le esperienze di
lavoro contadino basate sull’agro-ecologia.
Destinano
otto miliardi ad abbassare le tasse dei ricchi e intanto confermano e
rilanciano la controriforma Fornero/Monti delle pensioni, attaccano il reddito
di cittadinanza, provano a restringere le indennità per le persone disabili,
lasciano decine di migliaia di persone senza un tetto dove abitare.
Parlano di
transizione ecologica ma finanziano i combustibili fossili e le grandi aziende
zootecniche, il consumo di suolo, le grandi e meno grandi opere inutili e devastanti
e rilanciano il nucleare.
Affermano il
contrasto alla pandemia e intanto non potenziano i servizi esistenti e ampliano
la privatizzazione del sistema sanitario nazionale, anche approvando
l'autonomia differenziata delle regioni ricche a scapito di quelle povere e del
Mezzogiorno.
Privatizzano
l'acqua, i beni comuni e i servizi pubblici locali e stravolgono la funzione
pubblica, collettiva e sociale assegnata dalla Costituzione ai Comuni e alle
città.
Parlano di
pace e di comune destino e intanto le porte sono sempre più chiuse in faccia ai
migranti, mentre aumentano le spese militari.
Parlano di
eguaglianza, ma investono poco e niente sui diritti e l'autodeterminazione
delle donne, sulle infrastrutture sociali e sulle diseguaglianze territoriali,
mentre affossano senza vergogna i diritti civili, perpetuando logiche
patriarcali.
E dopo aver
allineato la grande maggioranza del Parlamento, pensano di risolvere il
conflitto sociale con la restrizione della libertà di manifestare e di accedere
allo spazio pubblico.
Non è questa
la società per cui, nella pandemia, abbiamo fatto e stiamo facendo enormi
sacrifici personali e collettivi. Non vogliamo tornare alla normalità, perché
la normalità era il problema.
Ma niente
cambierà se non ci facciamo sentire, se non ci organizziamo, se non convergiamo
per alzare insieme la voce e schierarci contro questo sistema distruttivo delle
persone e della natura e per una società diversa e più giusta, basata sul mutualismo
e relazioni di reciproco rispetto fra donne, uomini, popoli, altri animali e
con la natura.
I giovani
sono in piazza per il clima e il futuro, le donne contro la violenza e per la
rivoluzione della cura, i lavoratori per difendere occupazione, diritti e
dignità. Uniamo le forze, difendiamoci insieme, torniamo a prendere in mano la
nostra vita. Le alternative ci sono, vanno progettate e portate avanti insieme.
Diamo vita,
in tutto il paese, a una stagione di mobilitazione sociale per combattere le
politiche del governo Draghi e i bla-bla-bla dei potenti della Terra, per
dichiarare la totale insostenibilità di questo modello economico e sociale e
affermare dal basso la rivoluzione della cura per un'alternativa di società.
Contro
l'incubo di una società interamente votata al profitto, insorgiamo per un altro
futuro, giusto e solidale.
Percorso di
convergenza per la società della cura
Rete Genova
2021
per aderire
scrivere a: societadellacura@gmail.com