La Federazione Democratica Internazionale delle Donne (WIDF/FDIM) esprime profonda solidarietà
con le donne e le/I bambine/i del mondo e rinnova il proprio apprezzamento e
ringraziamento al personale medico e sanitario di tutto il mondo impegnato in
prima linea a contrastare e prevenire la diffusione della pandemia.
In particolare ringraziamo le donne
che, costituendo il 70% del personale addetto ai lavori di assistenza e cura,
hanno dato un contributo insostituibile come assistenti di prima linea,
professioniste della salute, volontarie delle associazioni non governative,
scienziate, o che hanno fornito quei servizi essenziali che hanno consentito al
resto delle loro comunità di vivere nell’isolamento personale durante la
quarantena.
La gestione della crisi da parte
dei governi, tuttavia, ha evidenziato l’esistenza di differenze notevoli nell’assistenza
sanitaria: differenze basate sulla classe di appartenenza, il genere, la
provenienza, i differenti sistemi sociali vigenti nelle diverse aree
geografiche.
Nei paesi con sistemi
socio-sanitari pubblici che mettono al centro la salute e il benessere delle
persone e la sicurezza dell’ambiente, senza fini di lucro, c’è stata una
risposta più efficace alla diffusione del contagio con una riduzione
significativo dell’impatto sulle comunità.
Nei paesi capitalisti e
neoliberisti, con sistemi sanitari privatizzati e mirati al profitto, la
pandemia ha aggiunto ulteriori danni a quelli preesistenti: ha dilatato le
disuguaglianze sociali e acutizzato le discriminazioni, lo sfruttamento, la violenza
sulle donne e le ragazze subita nelle condizioni di isolamento.
È inaccettabile che nel secolo
XXI ci siano sistemi sanitari pubblici che non riescono a far fronte a
situazioni d’urgenza o normali, perché lo Stato o i monopoli considerano la
vita e i bisogni delle persone dei “costi”.
L’emergenza della pandemia ha
aggravato i problemi di paesi già oppressi da fame e povertà, strangolati dal
debito, dagli “aggiustamenti strutturali” e dalle politiche di austerità; paesi
sotto occupazione militare o coinvolti in guerre sanguinose.
Esigiamo un’azione efficace a
livello internazionale per ottenere la liberazione di centinaia di donne yazide
sequestrate e schiavizzate dai terroristi dell’ISIS in Iraq, dove sono vendute
e sfruttate sessualmente.
Allo stesso modo chiediamo
un’azione determinante per mettere fine alla tragedia umana causata dall’occupazione
israeliana dei territori palestinesi. Ribadiamo la nostra energica condanna
della politica sionista di occupazione militare continuata, colonizzazione,
insediamenti in Palestina, supportata dal governo degli Sati Uniti. Condanniamo
l’occupazione israeliana del sud del Libano e del Golan siriano, chiamiamo la
comunità internazionale a pronunciarsi per il diritto del popolo palestinese a
stabilire il proprio stato indipendente sulla propria terra e a riaffermare il
diritto al ritorno dei profughi in conformità con la Risoluzione 194 delle NU.
Denunciamo l’agenda delle destre
neofasciste e di tutti quei partiti di governo che tentano di approfittare
della situazione per imporre regimi di stato d’assedio, spingendo sempre più
persone nell’emarginazione e nella miseria estrema.
Denunciamo l’inasprimento delle
azioni imperialiste in diverse aree del mondo, il blocco economico contro Cuba,
i tentativi di aggressione militare contro il Venezuela, le ingerenze e le
destabilizzazioni intensificate proprio nel momento in cui questi popoli
lottano per contrastare la pandemia di COVID-19. Non è sopportabile che il
popolo venezuelano colpito dalla pandemia debba subire anche le conseguenze
dell’aggressione criminale del governo statunitense e dei suoi alleati europei,
che pretendono di restaurare il loro dominio sul paese.
Respingiamo anche le sanzioni
economiche imposte allo Zimbabwe dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, che
dura da quasi due decenni, e chiede la fine delle sanzioni, tanto più urgente
oggi in presenza della pandemia che colpisce l’Africa.
La WIDF/FDIM chiama le sue
organizzazioni affiliate nelle diverse regioni del mondo a impegnarsi e a
lottare per una agenda di base a favore delle donne e dell’umanità:
LAVORO E REDDITO
Non debbono essere le donne
lavoratrici e delle classi meno agiate a pagare il prezzo più alto
dell’emergenza! Lottiamo per rendere visibili e affrontare le conseguenze della
crisi che la pandemia ha prodotto specialmente tra le donne e per chiedere
politiche e azioni specifiche per alleviare il prezzo che le donne stanno
pagando come effetto della quarantena e della recessione economica.
Esigiamo che i governi adottino
misure per assicurare un reddito di base per ogni persona, particolarmente per
le donne con meno risorse economiche, attuino misure di protezione sociale, sussidi
per l'affitto e moratorie degli sfratti, sussidi alimentari e acqua pulita
gratuita, misure igieniche e quanto è indispensabile per vivere dignitosamente.
Lottiamo per una vita
dignitosa per tutte e tutti, a misura delle necessità basilari del XXI secolo, lottiamo per
vivere la vita che ci spetta.
Lottiamo contro qualsiasi
risposta speculativa alla crisi sanitaria, contro ogni tipo di monopolio sui
prodotti farmaceutici creati per combattere il coronavirus. Per evitare che il
disastro sanitario si trasformi in una catastrofe planetaria.
Una conseguenza del confinamento
sociale in questi mesi, comune a tutte le regioni e tutti i paesi, è stato
l’aumento della violenza domestica. La maggior parte dei governi si è limitato
a registrare il dato senza mettere in atto misure efficaci di contrasto.
Esigiamo che si adottino misure
perché le donne anche durante la quarantena possano ricevere aiuto e sostegno
contro alla violenza domestica e ogni forma di violenza.
Sia nei paesi dove l’interruzione
della gravidanza è legale, quanto in quelli dove non lo è ancora, lo stato deve
garantire supporto alle donne che hanno subito violenza e sono incinte contro
la loro volontà, perché possano interrompere la gravidanza indesiderata.
Raccomandiamo agli Stati, l’ONU e
le sue agenzie, i sanitari e i
fornitori di servizi, di includere la prospettiva di genere in ogni risposta al
COVID-19 a tutti i livelli decisionali.
EDUCAZIONE E FORMAZIONE
Vigiliamo affinché sia
ripristinata ovunque, quanto prima possibile, la normale attività educativa e
scolastica, con ogni riguardo per la salute e la sicurezza di studenti e
docenti!
Esigiamo che nei programmi di
recupero economico sia garantito l’accesso gratuito delle donne alle nuove
tecnologie di comunicazione, siano attuati maggiori finanziamenti per
rafforzare la scuola pubblica gratuita per tutti e tutte senza alcuna
discriminazione di classe, casta, razza o genere.
DIRITTI DELLA PERSONA, PACE E SICUREZZA
Contrastiamo qualsiasi risposta
autoritaria alla pandemia e i tentativi di trasformare lo stato di eccezione in
misure permanenti, come tentano di fare quei governi che vogliono
criminalizzare le proteste popolari. Denunciamo il disegno di quei governi che
vogliono sfruttare l’emergenza per trasformare lo stato di eccezione in una
forma “ordinaria” di governo e imporre un’agenda patriarcale e fascista. Le restrizioni
della quarantena non devono diventare occasione per limitare il diritto di
sciopero e altre forme di lotta delle classi lavoratrici per i propri diritti.
Appoggiamo l’appello delSegretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco globale, come
misura assolutamente necessaria e urgente. Chiediamo la riconversione della
produzione di armi in dispositivi sanitari e azioni contro la povertà e la fame
nel mondo, altri usi civili. Solo nel 2019 si stima che gli Stati Uniti abbiano
speso in armamenti nucleari 35,4 miliardi di dollari, equivalente a quanto
hanno speso, tutti insieme, gli altri otto paesi dotati di armi nucleari. Solo
una parte di questa spesa basterebbe a finanziare progetti sanitari e di
sviluppo.
La WIDF/FDIM ribadisce con forza
che non può esistere sicurezza che non sia quella che assicura uguali diritti
per tutti, persone e popoli, a partire dal diritto alla salute, attraverso
piani d’azione ispirati ai principi di solidarietà e cooperazione
internazionale, condivisione delle conoscenze e delle risorse materiali,
scientifiche, tecnologiche.
APPELLO ALLE DONNE DI TUTTO IL
MONDO
Il “ritorno alla normalità” dopo la
fine della quarantena non deve essere un ritorno ad uno stato di più
disuguaglianza e violenza, più oppressione e sfruttamento, più debito pubblico da
far pagare alle donne lavoratrici e alle classi popolari.
Se il presente sembra disastroso,
il futuro non è ancora scritto e le nostre lotte potranno determinare come sarà
dopo la pandemia.
Giugno 2020