Ai lavori del CD 2023 hanno preso parte 35
delegate provenienti dalle suddette aree regionali all’insegna
del motto: La FDIM dice Basta! Noi donne esigiamo la pace e l’uguaglianza, la fine
delle guerre e delle discriminazioni! Il logo disegnato per questo CD della FDIM era
caratterizzato dai colori della bandiera
palestinese, simbolo di eroica resistenza alla guerra genocida.
Il CD 2023 non poteva non essere segnato
profondamente – dalla sua sessione di apertura fino alla
conclusione dei suoi lavori con l’approvazione della Dichiarazione finale e del
Piano d’Azione adottato per i prossimi due anni – dal contesto della drammatica
crisi geopolitica globale, della quale la sanguinosa recrudescenza
dell’aggressione sionista ai Territori Palestinesi è un punto focale.
Aprendo i lavori del CD, la presidente Lorena Peña ha invitato l’assemblea ad
osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime della guerra di
sterminio che il popolo palestinese sta subendo nella Striscia di Gaza.
Il benvenuto in Spagna e nella città di
Madrid è stato portato alle convenute da Cristina Simò,
a nome del Movimiento Democrático de Mujeres di Spagna, e dal segretario del
PCE Enrique Santiago per la
coalizione Isquierda Unida, che hanno confermato il sostegno solidale alle lotte dei popoli che in ogni
continente si svolgono per l’autodeterminazione e per il cambiamento sociale.
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Da sin. Jenniffer Velasquez (Salvador), Lorena Peña (presidente FDIM), Ada Donno (vicepresidente europea) |
Il quadro delle nuove complesse sfide che sono di
fronte al movimento internazionale delle donne nell’attuale congiuntura
internazionale, segnata dall’aggressione sionista alla Palestina e da altre
guerre – incluse la guerra in Ucraina e quelle in corso ad altre latitudini - riconducibili in gran parte alla volontà perversa dell’imperialismo Usa e dei suoi alleati della NATO di imporre
un ordine mondiale basato sul loro dominio unipolare, è stato tratteggiato dalla
vicepresidente europea Ada Donno, nella
sessione specificamente dedicata al tema.
Molti elementi di approfondimento si sono aggiunti nella
discussione aperta e costruttiva che
si è sviluppata nelle diverse sessioni del Comitato Direttivo. Ulteriori
contributi di analisi e di proposta si sono aggiunti grazie ai due panel
realizzati dalla FDIM in collaborazione con il Forum delle Forze Europee di Sinistra e Progressiste, convocato nei
giorni seguenti, dal 10 al 12 novembre, nella stessa capitale spagnola: il
primo sul tema delle conseguenze della guerra sulla condizione delle donne, il
secondo sul ruolo e il contributo delle donne alla lotta per la pace con giustizia
sociale e climatica.
Ogni elemento aggiuntivo di analisi e di proposta
d’azione pervenuti dall’assemblea sono stati accolti nella Dichiarazione finale* e nelle diverse risoluzioni* approvate al termine dei lavori del CD.
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Madrid novembre 2023. Comitato direttivo della FDIM |
Un
Piano d’Azione della FDIM per i prossimi due anni
La
proposta di piano d’azione della per i prossimi due anni, presentata da Alicia Campos, coordinatrice
dell’Ufficio regionale FDIM per America e Caribe, in applicazione del piano
d’azione generale 2022-2027 approvato dal XVII congresso, rappresenta lo sforzo
della FDIM di:
- aggiornare le proposte per affrontare le nuove forme
di sfruttamento, oppressione e discriminazione che colpiscono le donne sia nei
regimi capitalisti e patriarcali, sia nei paesi colonizzati e dominati
dall'imperialismo, assumendo le esigenze e gli approcci che derivano dalle loro
stesse realtà;
- affrontare i profondi cambiamenti sociali di cui
l'umanità ha bisogno, che riguardano le relazioni di classe e di genere, le
concezioni e i comportamenti egemonici di tipo patriarcale che affliggono tutte
le culture ad ogni latitudine, compresi quelli relativi al rapporto tra gli
esseri umani e la natura.
Dalle relazioni e dalla discussione complessiva è
emersa con chiarezza l’indicazione che la sfida più immediata per la FDIM è
fermare la guerra. La guerra aggrava le crisi economiche e sociali in atto,
esacerba le crisi migratorie, inasprisce gli effetti della povertà globale, fa
retrocedere i diritti delle donne ad ogni latitudine, impedisce la vitale spinta
al cambiamento sociale, politico e culturale.
I dati oggettivi dicono che le peggiori conseguenze
delle guerre ricadono sulle donne. E la povertà globale, innescata e inasprita
dalle politiche neoliberiste imposte dall’imperialismo, è essa stessa una forma
di guerra non convenzionale contro le donne e contro i popoli.
Analizzando le conseguenze della sequenza di guerre
provocate e condotte dall’imperialismo anglo-americano e dai suoi alleati della
Nato nella regione Araba – dall’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, al Sudan
fino al Libano e alla Palestina – Marie
Nassif Debs ha descritto come scopertamente neocolonialista il disegno di frammentare e terrorizzare l’intera regione per imporvi un dominio predatorio, con conseguenze catastrofiche innanzi tutto per le
donne.
Come è stato riconosciuto anche dalle Nazioni Unite,
la violenza sessuale contro le donne è essa stessa un’arma di guerra alla cui
impunità bisogna mettere fine, promuovendo le convenzioni e implementando le
risoluzioni che la combattono, comprese quelle contro i matrimoni forzati, la
prostituzione forzata, il traffico delle donne e degli esseri umani in generale.
La FDIM sostiene la proposta di un Tribunale
internazionale istituito dalle NU contro i violatori nei conflitti armati.
Prima
di tutto la pace
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Da sin. Skevi Koukouma (Cipro), Ulla Klötzer (Finlandia), Silvia Pentassuglio (Italia), Lorena Peña (El Salvador) |
La pace resta dunque l’obiettivo unificante di tutte
le lotte: ci opponiamo alla folle escalation del riarmo, innescata soprattutto
dagli Stati Uniti e dalla NATO nella sua frenetica espansione ad Est, al militarismo, all’aumento senza precedenti
dei bilanci militari.
La FDIM lotta per affermare un’altra idea di
sicurezza: globale, reciproca, non militarizzata e s’impegna a implementare la
risoluzione 1325 delle NU sulla promozione del ruolo delle donne nei processi
di pace. Come ha rilevato
Skevi
Koukouma, vicepresidente europea della FDIM, la risoluzione 1325 è stata
tradita dalla Nato, che ne ha fatto un uso fallace, promuovendo la scalata di
alcune donne ai ruoli apicali dell’organizzazione per coinvolgerle nei piani di
guerra dell’imperialismo, arrivando ad attribuire il premiai ruoli apicali o Donne per la pace 2020 a una figura guerrafondaia
come Nancy Pelosi!
Ulla
Klötzer, di Women for Peace della Finlandia, che coordina la rete internazionale Global Women for Peace united against NATO
ha ricordato che questa sfacciata operazione di “girl-washing” è stata
denunciata con forza durante l’incontro con gli europarlamentari della Sinistra
europea nel
luglio 2023, ai quali è stata consegnata una Dichiarazione per la pace*. Tradotta in 25 lingue, la Dichiarazione può essere letta e sottoscritta sul sito della rete, nella prospettiva di costruire insieme un contro-vertice
internazionale delle donne a Washington DC, nel luglio 2024, nel 75° anniversario
della sottoscrizione del famigerato Patto Atlantico.
Una giusta applicazione della 1325 – come ha sottolineato Gloria Inés Ramirez,
vicepresidente della FDIM per la Regione America e Caribe – è quella che si sta
realizzando con gli accordi di pace in Colombia, nei quali la FDIM ha un ruolo
attivo con il compito di monitorare l’approccio di genere.
La seconda sfida della FDIM nei prossimi anni sarà la
giustizia ambientale. Un tema, quello della cura del territorio, che s’incontra
con quello della tutela della salute e della lotta contro la militarizzazione
dei territori, in cima all’impegno della FDIM.
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Da sin. Gloria Inés Ramirez (Colombia), Lorena Peña (El Salvador), Nirva Camacho (Venezuela) |
Quando
diciamo No alla violenza sulle donne, intendiamo dire No allo stato di cose
presente, Sì a un altro mondo possibile.
La terza sfida fondamentale è la lotta contro le
discriminazioni e la violenza sulle donne, che è lotta in difesa dei diritti
umani delle donne, messi in questione specialmente nei paesi a regime
capitalistico, dove – come si dice nella Dichiarazione finale – «le istituzioni
politiche sono sempre più assoggettate e condizionate dai potentati economici
finanziari privati e sono divenute deboli e remissive di fronte al revanscismo
delle forze neofasciste e reazionarie, primatiste, neocolonialiste. Di
conseguenza sono destinate ad aumentare le disuguaglianze, lo sfruttamento, la
povertà, la violenza, la precarietà di vita e di lavoro. I diritti delle donne
– anche quelli che sembravano acquisiti e indiscutibili – sono sotto attacco da
parte delle destre – sia nella versione neoliberista che neofascista».
Organizzare
la FDIM: implementare l’azione degli uffici di coordinamento regionali
Condizione imprescindibile perché il piano d’azione
sia implementato è che esso sia sostenuto dal buon funzionamento degli uffici
di coordinamento regionali, che devono strutturarsi in applicazione del mandato
statutario nelle cinque aree regionali.
Dal CD è stata lanciata una sollecitazione vigorosa ai
coordinamenti regionali che ancora non l’abbiano fatto, all’applicazione delle
precise indicazioni date al riguardo dal XVII congresso della FDIM.
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Da destra: Leticia Montes (Messico), Cristina Simò (Spagna), Osmayda Hernandez (Cuba) |
Difendere la vita là dove si
uccide è la prima cura
Un arricchimento al dibattito interno della FDIM è
venuto dall’Assemblea Femminista del
Forum delle Forze di Sinistra, Verdi e Progressiste, incentrata sul tema
dei sistemi pubblici di salute e di difesa della vita, il 10 novembre, a cui
alcune delegate della FDIM erano invitate a partecipare come relatrici.
Leticia
Montes, presidente dell’Unione Nazionale delle Donne
Messicane, ha illustrato il principio dei diritti
riproduttivi come diritti umani fondamentali e il concetto di sovranità del corpo femminile, che sono
alla base di un sistema di salute pubblica che tuteli efficacemente la
maternità volontaria e libera, sottratta ad ogni forma di violenza (stupro,
femminicidio, traffico e sfruttamento della prostituzione).
Osmayada
Hernandez, della Federazione delle Donne Cubane, ha illustrato
la concezione della cura come diritto umano universale e inalienabile che a Cuba socialista presiede
all’istituzione e al funzionamento del sistema pubblico di cura. «Se la cura
attraversa la vita di tutte e tutti – ha rilevato Osmayda – è giusto che ci sia
un sistema pubblico di cura che la tuteli. Se nelle società capitaliste non
esiste un efficace sistema pubblico di cura, o viene avversato dalle forze
politiche della destra, è perché nella loro visione persiste la divisione
sessista e classista del lavoro. A Cuba il diritto universale alla cura nel
rispetto delle diversità è tutelato dal nuovo Codice delle famiglie».
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Madrid, 9 novembre. Manifestazione di solidarietà col popolo Saharawi |
Solidarietà
con la resistenza del popolo Saharawi e della Palestina
Le delegate della FDIM hanno preso parte alla
manifestazione indetta da Isquierda Unida
nelle vie di Madrid in solidarietà col popolo Saharaoui, privato da decenni del
diritto a vivere nel suo stesso territorio, che subisce la repressione delle
forze di occupazione e chiede l’applicazione delle risoluzioni delle NU per
l’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale.
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Madrid, 8 novembre 2023. Sit in della FDIM/WIDF a sostegno del popolo palestinese |
Una sessione del CD della FDIM è stato dedicata all'approfondimento della situazione in Medio Oriente e in Palestina. Un presidio di solidarietà con il popolo palestinese, per chiedere il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, è stato
convocato dalla stessa FDIM in Piazza della Costituzione a Rivas Vaciamadrid nel pomeriggio dell'8 novembre. Nell’occasione, è
stata lanciata la Settimana di solidarietà col popolo palestinese, dal 29
novembre al 6 dicembre, invitando tutte le organizzazioni affiliate ed alleate
ad organizzare dimostrazioni e iniziative per far sentire ovunque la voce chiara
e forte di protesta contro la guerra di
sterminio che si sta perpetrando ai danni del popolo palestinese.